Il Tribunale amministrativo si è espresso contro il diniego della Soprintendenza e di un piccolo Comune abruzzese all'autorizzazione paesaggistica di un impianto fotovoltaico su tetto, peraltro, "senza valide ragioni".
Una nuova sentenza, questa volta del Tar Abruzzo (sede de L’Aquila), torna a ribadire che per negare l’autorizzazione a costruire impianti alimentati da rinnovabili, anche nei borghi storici, servono valide ragioni che tengano conto della tutela del paesaggio ma anche del “favor di legge” che va riconosciuto in via prioritaria alla produzione di energia rinnovabile.
La pronuncia del Tribunale amministrativo regionale ha infatti bocciato il provvedimento con cui il Ministero della Cultura e il Comune coinvolto, Pacentro (AQ), negavano l’autorizzazione paesaggistica necessaria per la realizzazione di tre impianti fotovoltaici ciascuno a servizio di altrettante unità abitative.
Il progetto prevedeva – tra le altre opere di riqualificazione edilizia degli immobili interessati, detraibili con Superbonus 110% – anche l’installazione dell’impianto fotovoltaico sulla falda unica rivolta verso ovest, posta a copertura dell’intero immobile.
Si prevedeva di installare, al livello delle tegole, 60 pannelli fotovoltaici non riflettenti, realizzati nello stesso colore delle tegole.
Un quadro generale di tutte le agevolazioni è stato pubblicato da QualEnergia, di seguito riportiamo alcuni dei punti elencati dal blog sopra menzionato.
Ecco un resoconto schematico delle facilitazioni che possono prendere la forma di agevolazioni indirette, come le detrazioni fiscali, e dirette, come i finanziamenti a fondo perduto e gli incentivi alla produzione.
Riguardo le detrazioni fiscali, è bene ricordare che al momento non è più possibile usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito, almeno in linea generale. La cessione del credito rimane possibile solo per alcuni interventi già in essere.
In particolare, il divieto di cedere i crediti non si applica per gli interventi che in data antecedente al 17 febbraio 2023 rispettino determinate condizioni fissate dal cosiddetto “Decreto Cessioni” o “Decreto Blocca Cessioni” (Dl 11/2023. Vedere: Superbonus 110%: è ufficiale la proroga. Il punto sulle novità):
per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini qualora risulti presentata (prima del 17 febbraio 2023) la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila);
per gli interventi effettuati dai condomini qualora risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la Cila;
per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici qualora risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.
per gli interventi in edilizia libera, per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo (come quasi sempre per la sola installazione del fotovoltaico su tetto), e i lavori devono essere già iniziati.
Bonus casa 50% (art. 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi o Tuir)
È la detrazione più longeva e probabilmente anche la più conosciuta, di volta in volta rinnovata alla scadenza, prevista per il 31 dicembre 2024, salvo nuove proroghe.
Prime votazioni al decreto cessioni alla Camera: arriva la soluzione che consentirà di salvaguardare i lavori in edilizia libera insieme alla norma che sblocca i preliminari non registrati
Pagamento di un acconto tramite bonifico. O, in alternativa, un’attestazione che provi l’esistenza di un accordo tra le parti per l’installazione dei prodotti. È questa la soluzione che è entrata nella legge di conversione del decreto cessioni (Dl n. 11/2023, relatore: Andrea de Bertoldi), grazie alle modifiche votate dalla commissione Finanze della Camera. Al centro della correzione ci sono i lavori in edilizia libera, per i quali non serve un’autorizzazione al Comune, come ad esempio le sostituzioni di infissi e caldaie, installazione di pompe di calore. In questo modo, saranno salvati tutti quei contratti sottoscritti prima dell’entrata in vigore del provvedimento, ma per i quali non era ancora stata data esecuzione ai lavori.
Per usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito, la soluzione elaborata dalla Camera, allora, prevede che, nel caso in cui non ci sia stato ancora l’avvio dei lavori entro il 16 febbraio 2023, si proceda per una strada diversa. In primo luogo si guarderà al pagamento dell’acconto: se questo è arrivato entro il 16 febbraio, restano cessione e sconto. In assenza di un acconto, l’esistenza di un accordo vincolante tra le parti «deve essere attestata sia dal cedente o committente, sia dal cessionario o prestatore, mediante dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà». Una dichiarazione sostitutiva che si porterà dietro la responsabilità penale
Un'altra possibile soluzione arriva al caso dei bonus acquisti (come il sismabonus) per i quali, alla data del 16 febbraio, non ci fosse ancora il preliminare di acquisto registrato, richiesto finora dalla legge. Il requisito del preliminare sparisce. Al suo posto, si guarderà alla data di presentazione della richiesta «di titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori edilizi». Nel caso in cui sia arrivata entro il 16 febbraio, restano cessione dei crediti e sconto in fattura.
Quest’anno la capacità verde nazionale ha già aggiunto 769 MW, un valore in crescita del 234% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il trend, che segue il buon andamento intrapreso già lo scorso anno, deve al fotovoltaico la quasi totalità del merito. Ma sul fronte produzione e consumi i dati traballano ancora.
Il calo dell’idroelettrico si avverte in maniera potente e sebbene a febbraio 2023 la produzione sia rimasta stabile nel confronto con il 2022, il valore è decisamente più basso di quello degli anni passati. Complice una contrazione tra gennaio e febbraio anche di eolico e in lieve misura di geotermico e biomasse, lo scorso mese le rinnovabili elettriche hanno contribuito per il 33,7% alla produzione totale netta nazionale. Il valore risulta comunque in aumento rispetto a quanto registrato nello stesso mese del 2022 (33,1%). Su fronte consumi, invece le FER 2023 risultano aver coperto il 27,5% della domanda elettrica mentre il fabbisogno italiano si è assestato complessivamente a circa 25,1 miliardi di kWh.
Entrando nel dettaglio, l’energia prodotta da impianti fotovoltaici si è attestata a 1.734 GWh lo scorso mese, in aumento rispetto sia a gennaio 2023 che a febbraio 2022. Nei primi due mesi dell’anno in corso, la capacità fotovoltaica in esercizio è aumentata di 672 MW. Un più 202% rispetto alle performance dello scorso anno. La regione con l’incremento maggiore è la Lombardia con 107 MW, seguita da Veneto (più 94 MW) e Piemonte ( più 66 MW).
Tornando ai dati generali, Terna spiega: “Nel 2023 la produzione totale netta destinata al consumo (41.776 GWh) ha soddisfatto per 81,6% la richiesta di energia elettrica nazionale (51.212 GWh)”. Il dato risulta in diminuzione dell’ 11,1% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Martedì, il Parlamento ha approvato il mandato negoziale su una proposta di legge per aumentare il tasso di ristrutturazioni e ridurre consumo energetico e emissioni nel settore edilizio.
L'obiettivo della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ristrutturare un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico sono altri obiettivi della proposta.
Obiettivi di riduzione delle emissioni Per i deputati, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.
Sempre secondo la posizione del PE, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.
Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche (ad esempio sotto forma di lavori di isolamento o rinnovo dell'impianto di riscaldamento) dovranno essere effettuati al momento dell'ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell'edificio.
I Paesi UE stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione.
Misure di sostegno contro la povertà energetica I deputati vogliono che I piani nazionali di ristrutturazione prevedano regimi di sostegno per facilitare l'accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde, in particolare nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati destinati alle famiglie vulnerabili.
Deroghe La nuova normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell'edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.
Agli Stati membri sarà consentito, per una percentuale limitata di edifici, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.
Citazione Il relatore Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE) ha dichiarato: “L'impennata dei prezzi dell'energia ha riportato l'attenzione sull'efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l'Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell'edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa.”
Prossime tappe I deputati avvieranno i negoziati con i governi dell’UE per concordare la forma definitiva della normativa.
Contesto Secondo la Commissione europea, gli edifici dell'UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha approvato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, che fa parte del pacchetto "Pronti per il 55%". Con la nuova normativa europea sul clima del luglio 2021 entrambi gli obiettivi per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti a livello europeo.
Vi riportiamo l’esito dell’udienza in Camera di Consiglio di ieri e in accoglimento della domanda cautelare promossa da ARERA , ha sospeso gli effetti del dispositivo con cui il TAR Milano ha annullato la Delibera 266/2022 di ARERA.
L’ordinanza si è pronunciata sul solo pregiudizio grave ed irreparabile all’interesse pubblico determinato dalla grave e incomprensibile inerzia del TAR Milano nella pubblicazione della motivazione della sentenza, dando atto che “il recupero delle somme sarà comunque possibile ove la decisione di primo grado dovesse trovare conferma in appello”.
“La pronuncia non pregiudica l’esito del giudizio in quanto non appena pubblicate le motivazioni della sentenza da parte del TAR, le amministrazioni dovranno proporre motivi di appello nel termine di 30 giorni dalla notificazione o 3 mesi dalla pubblicazione, a pena di improcedibilità del ricorso già proposto contro il dispositivo e di inefficacia dell’ordinanza. Allo stesso modo e nel medesimo termine, gli operatori potranno appellare la sentenza nella parte in cui non disapplica l’art. 15 bis o non accoglie l’eccezione di incostituzionalità o di incompatibilità con il diritto UE.
In virtù di tale ordinanza, è verosimile ritenere che il GSE riattiverà le richieste e/o i solleciti di pagamento delle fatture già emesse ed emetterà nuove fatture come anche opererà eventuali compensazioni con le somme dovute agli operatori, trattenendo i suddetti importi e imputandoli a quanto da versare a titolo di “extraprofitto” ex art. 15 bis.”
Le energie pulite, note come green energy, sono quelle che non producono alcun tipo di inquinamento o emissioni di CO2 al momento della generazione. Molte di queste, anche se non tutte, non si esauriscono, cioè sono rinnovabili.
Per questo motivo, il termine “energie pulite” viene spesso confuso con “energie rinnovabili”. Tuttavia, le energie rinnovabili non sono sempre pulite.
Le energie pulite sono quelle che utilizzano gli elementi naturali e li convertono, mediante le diverse tecnologie, in energia.
Tra le energie pulite e rinnovabili ricordiamo:
- L’energia idroelettrica che sfrutta la forza dell’acqua
- L’energia eolica che sfrutta la potenza dell'aria
- L’energia solare fotovoltaica che sfrutta le radiazioni solari per creare corrente elettrica
- L’energia solare termica che sfrutta anche le radiazioni solari per riscaldare l’acqua sanitaria
- L’energia delle maree che sfrutta la potenza delle onde dell'oceano
I vantaggi dell'energia pulita
L'energia pulita porta con sé due vantaggi principali: ambientali ed economici.
Gran parte delle emissioni di CO2 derivano dai processi di produzione di energia. A livello ambientale, l'uso di energie pulite contrasta i cambiamenti climatici e ci permette di ambire alla neutralità carbonica.
Dal punto di vista economico, invece, è bene sottolineare che le energie pulite non si esauriscono e permettono ai paesi un forte risparmio economico sia di medio che di lungo periodo. Inoltre, grazie ai miglioramenti tecnologici, è sempre più semplice ammortizzare l'investimento di un sistema di energia pulita in poco tempo.
Addio (senza rimpianti) al bonus facciate, Superbonus in versione ristretta al 90%. Per le villette, se non si rispettano i nuovi limiti di reddito, si può comunque accedere al bonus per l'efficentamento energetico con aliquota fino all'85% se abbinato a lavori di consolidamento. Resta il 50% per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo e il 65% per il solare termico e le caldaie a pompa di calore. Colonnine di ricarica con credito d'imposta dell'80% anche per il prossimo anno, e acquisto di elettrodomestici con tetto rivisto a 8.000 euro. Ecco un a panoramica di tutti i bonus verdi per il 2023.
Sconto Iva case il classe A e B
Da gennaio torna la detrazione del 50% dell'Iva pagata per chi compra immobili a energia quasi zero, ossia in classe A. Sconto esteso anche a quelli in classe B. Con il passaggio parlamentare il bonus è riconosciuto sia in caso di acquisto dal costruttore sia quando a il venditore è un fondo immobiliare. La detrazione è cumulabile con tutti gli altri bonus sulla casa.
Superbonus ristretto e limiti di reddito
Sul fronte del Superbonus, accanto alla riduzione dell'aliquota al 90% per condomini e immobili con più appartamenti di un unico proprietario o in comproprietà, arrivano i nuovi limiti di reddito da rispettare per gli interventi sugli edifici unifamiliari. Previsto un tetto di reddito da calcolare in base al numero dei componenti il nucleo familiare. La somma totale non deve superare i 15.000 euro dividendo l'importo per 2 in caso di coniugi, 2,50 per le coppie con un figlio, 3 per le coppie con due figli e 4 per chi ha tre o più figli. Inoltre il Superbonus è ammesso solo per le abitazioni destinate a prima casa.
Villette da riqualificare con eco e simabonus
Chi non rientra nei nuovi parametri ha comunque la possibilità di riqualificare la villetta, prima o seconda casa, utilizzando l'ecobonus al 65% per interventi che riguardano tutto l'immobile. Per la coibentazione delle pareti è possibile usare anche cappotti verdi, realizzati cioè con solo specie vegetali, a patto di rispettare i parametri previsti dall'Enea per la trasmittanza termica. Nel caso in cui sia necessario effettuare anche interventi di consolidamento, per le villette in zona sismica 1, 2 e 3, c'è la possibilità di accedere all'ecosismabonus con aliquota fino all'85%, a seconda delle classi di riduzione del rischio sismico.
Ecobonus al 65% per solare termico e pompe di calore
Resta confermata la possibilità di avere l'ecobonus anche per l'installazione di pannelli solari per l'acqua calda, e per tutte le caldaie a pompa di calore in sostituzione di vecchi impianti. La stessa aliquota è prevista per chi sostituisce le caldaie a gas con altre a condensazione, a patto di installare anche le valvole intelligenti sui termosifoni. Detrazione al 65% anche per chi decide di rendere intelligente tutta la casa tramite sistemi di domotica.
Pannelli solari, batterie e colonnine di ricarica
Per gli impianti fotovoltaici installati al di fuori del Superbonus c'è anche nel 2023 la possibilità di usufruire del 50% di detrazione, che spetta anche per l'acquisto di pannelli da balcone. Lo stesso sconto fiscale è riconosciuto per le batterie di accumulo, e il bonus si può cumulare con i finanziamenti a fondo perduto degli enti locali per gli stessi impanti. Confermato per un altro anno anche il credito d'imposta dell'80% per le colonnine di ricarica.
Bonus casa per climatizzatori e valvole
Per tutti gli altri interventi d risparmio energetico, poi, si può sempre approfittare del bonus casa al 50%. La detrazione spetta per una lunga lista di voci che vanno dall'acquisto di climatizzatori alla sostituzione di finestre, ma anche solo di persiane e tapparelle, come pure per la semplice installazione delle valvole sui termosifoni.
Bonus mobili e bonus verde
Chi usufruisce della detrazione al 50% per gli interventi sulla casa, anche di piccolo importo, può approfittare anche del bonus mobili al 50% per acquistare elettrodomestici a risparmio energetico. Tetto di spesa fissato a 8.000 euro, al netto però di quanto eventualmente speso del 2022 per altri acquisti agevolati.
Infine anche per il 2023 resta confermata la possibilità di usufruire del bonus verde, ossia della detrazione del 36% su una spesa massima di 5.000 euro, per il rifacimento di giardini e terrazzi.
I risultati di una ricerca quinquennale sul campo dei Sandia Laboratories.
Quanto velocemente si degradano i moduli fotovoltaici che impiegano le tecnologie più recenti?
Un nuovo studio dei Sandia Laboratories americani si è focalizzato su questo tema, analizzando il comportamento sul campo di 834 moduli fotovoltaici per cinque anni; sono 13 tipi di pannelli di sette produttori differenti, testati in tre aree climatiche diverse (New Mexico, Colorado e Florida).
La ricerca, “Onymous early-life performance degradation analysis of recent photovoltaic module technologies” (link in basso) è stata pubblicata su Progress in Photovoltaics.
Scopo di questo lavoro era monitorare le prestazioni dei pannelli FV più moderni, tenendo conto che il costo dei moduli è fortemente diminuito negli ultimi dieci anni (di circa un 85% secondo recenti stime del Nrel americano) grazie a molteplici fattori: economie di scala, uso di celle fotovoltaiche di maggiore efficienza, automazione produttiva, incremento delle dimensioni dei moduli, nuovi materiali incapsulanti e backsheet.
La domanda è se queste innovazioni, che permettono di risparmiare sui costi di progettazione e di produzione, potrebbero influire in modo negativo su durata e affidabilità dei moduli e, di conseguenza, abbassare il rendimento energetico degli impianti e i relativi flussi economici.
Per approfondire l’argomento e scoprire se realmente la durata è maggiore, leggi l’articolo sotto riportato.
Il Superbonus subirà un profondo cambiamento. Questa è una tra le poche certezze di questa prima parte di novembre. Come cambierà nel 2023, però, non è ancora lecito saperlo. Dunque, non ci rimane che fare qualche previsione su una delle agevolazioni fiscali più importanti degli ultimi anni.
Tra le principali aree di manovra sembra esserci quella legata alla possibilità di tagliare l’aliquota didetrazione fiscale. Attualmente il Superbonus è al 110% ma, secondo quanto emerge dai corridoi del Ministero dell’Economia, la legge di bilancio potrebbe ridurre la percentuale al 90%.
La revisione del Superbonus 90% è stata più volte ribadita come possibile opzione da più parti del governo e, dunque, almeno per il momento sembra essere lo scenario centrale su cui possiamo ipotizzare le novità.
Molto dipenderà però dalla ponderazione di tale decisione con gli altri interventi fiscali. Come a dire che, in fondo, non bisognerà stupirsi nel caso in cui verrà stabilita una revisione che riduca ulteriormente l’aliquota. Oppure che la differenzi sulla base del reddito dei contribuenti.
Insomma, la possibilità di ridurre sotto il 100% l’aliquota della detrazione è una delle poche cose sicure della revisione del Superbonus. Rendendo il contribuente parte attiva nel pagamento dei lavori, il governo auspica infatti che possano essere stimolate le contrattazioni sui prezzi delle opere. Cosa che invece negli scorsi trimestri è stata quasi annullata dalla possibilità di attingere a un benefit fiscale statale in grado di coprire l’intero costo della procedura.
Proroga Superbonus per villette e unifamiliari
In un’ottica di semplificazione del quadro normativo del Superbonus, il governo potrebbe anche valutare la possibilità di rendere omogenei i termini per appartamenti condominiali e unifamiliari, almeno per i contribuenti meno agiati o per chi ha nella villetta la propria prima casa.
Anche in questo caso non ci sono decisioni già formalizzate, ma solo tante bozze sulla scrivania del Ministero dell’Economia.
Crediti Superbonus: il nodo della cessione
Sul fronte dei crediti Superbonus e della relativa cessione, c’è inoltre un altro problema da risolvere. Molte imprese hanno accumulato dei crediti fiscali in cassetto molto rilevanti, che non riescono più a scontare poiché i canali bancari si sono improvvisamente ristretti.
Lecito immaginare, a questo punto, un nuovo intervento sui crediti destinati a sbloccarli e a riaprire le maglie degli istituti di credito. Dalle Poste a Unicredit, passando per Intesa Sanpaolo, le scelte degli intermediari sembrano essere quasi omogenee verso una più rigida selezione dei crediti da acquistare o, in alcuni casi, di un sostanziale blocco.
Per cercare di ravvivare l’effettiva utilità del Superbonus non si potrà che partire anche da qui.
Si può usufruire del Superbonus per installare un impianto fotovoltaico anche se utenza elettrica e contratto di cessione con il Gse sono intestati a una persona diversa.
Questo, in sintesi, il chiarimento fornito dalle Entrate in una recente risposta a un interpello.
Nel caso specifico, il comproprietario di un immobile residenziale ha fatto installare, come intervento trainato con il 110%, un impianto fotovoltaico, sostenendo le relative spese.
Tuttavia, utenza elettrica e contratto con il Gse (per la cessione di energia elettrica non autoconsumata in sito o condivisa per autoconsumo) sono intestati al secondo comproprietario e unico residente nella casa.
Ciò non comporta alcun problema per il beneficiario della maxi detrazione fiscale.
Almeno metà degli abitanti dell'Unione europea, circa 220 milioni di persone, potrebbe arrivare a produrre energia rinnovabile per proprio conto nei prossimi anni abbattendo il prezzo della bolletta elettrica
Almeno metà degli abitanti dell'Unione europea, poco più di 220 milioni di persone. Ecco in quanti potrebbero arrivare a produrre energia da fonti rinnovabili per proprio conto nei prossimi anni, abbattendo se non azzerando del tutto la bolletta. Miracoli, a portata di mano, offerti dalle cooperative e comunità energetiche: gruppi di cittadini, aziende private e enti pubblici che si uniscono per costruire un impianto fotovoltaico, idroelettrico o eolico capace di alimentare abitazioni, industrie e servizi di una certa area. Energia a chilometro zero. In tempi di crisi come i nostri si tratta di un'opportunità che non andrebbe sprecata.
"Non è la prima volta che l'Europa si trova ad affrontare un'emergenza simile", fa notare Sara Tachelet, portavoce di ResCoop, associazione nata nel 2013 in Belgio che oggi rappresenta 1.900 cooperative energetiche di 22 Paesi, delle 3.600 oggi esistenti in Europa, e un milione e 200mila cittadini. "Basti guardare agli anni Settanta quando, in risposta allo shock petrolifero, i cittadini danesi respinsero il piano del governo di investire nel nucleare puntando invece su solare, eolico e teleriscaldamento e dando vita a centinaia di cooperative".
L'associazionismo per la produzione di elettricità, dal quale poi sono nate più di recente le comunità energetiche, ha radici antiche e non necessariamente legate sempre alle rinnovabili. Alla fine dell'Ottocento, la corrente veniva prodotta da piccole centrali costruite nei pressi delle fabbriche e quella in eccesso era poi data al vicinato. All'epoca non esistevano ancora le reti centralizzate di distribuzione. Le prime cooperative risalgono quindi agli inizi dello scorso secolo o alla fine di quello precedente, alcune sopravvivono ancora oggi in Italia specie lungo l'arco alpino, benché siano realtà di peso soprattutto nel Nord Europa. Si va da quelle minute, sorte attorno a impianti di rinnovabili su piccola scala, in genere fotovoltaici, a quelle che hanno dimensioni imponenti come la belga Ecopower, che fornisce elettricità a 50mila case.
Come spiegano loro stessi, "convincere nuovi membri ad aderire è più facile una volta che hai il tuo primo progetto attivo e funzionante. Dai così subito l'opportunità di utilizzare questo modello alternativo". Cosa che sembra essere accaduta a Girona, in Catalogna, dove la Som Energia conta su 77mila membri e gestisce 14 impianti fotovoltaici, una centrale idroelettrica e un impianto a biogas.
Alcune cooperative poi non limitano i loro investimenti alle rinnovabili, ma si occupano di efficienza energetica per ridurre i consumi dei propri iscritti. C'è poi anche chi vende l'elettricità in eccesso come la Enercoop in Francia o ha una propria rete di distribuzione come accade in Germania con la Ews Schönau.
Da anni invece, al di là di quelle esistenti, si è vietata la possibilità di fondare nuove cooperative ed è per questo che le comunità energetiche sono così importanti. L'idea è nata dal basso attorno al 2010 nelle associazioni ambientaliste europee e da federazioni come la stessa ResCoop grazie all'avvento dei pannelli solari. La spinta sostanziale viene però data nel 2018 con la direttiva europea che sancisce il diritto all'autoconsumo energetico approvata per bloccare iniziative dei singoli Stati contro il fotovoltaico. Nel 2015 il governo spagnolo di Mariano Rajoy, del Partito Popolare, aveva pubblicato il Regio Decreto 900/2015, con il quale si applicavano una serie di tasse e sovrattasse alle installazioni di rinnovabili per proprio consumo. Venne battezzata la "tassa sul sole". Di qui l'articolo 21 della direttiva europea che dà potere ai consumatori consentendo loro un autoconsumo "senza restrizioni indebite e di essere remunerati per l'elettricità che immettono nella rete".
Le comunità energetiche si distinguono dalle cooperative per un'organizzazione differente. O meglio, per la possibilità di potersi organizzare anche non avevando uno statuto di cooperativa.
Attualmente in Italia, secondo Legambiente, ci sono poco più di 20 comunità energetiche contro le 1750 della Germania, le 700 danesi e le 500 olandesi. Alle quali, stando allo European Union's Joint Research Center, vanno aggiunte le 420 della Gran Bretagna. Siamo indietro quindi, anche se nello studio del Politecnico di Milano, Electricity Market Report, la crescita potrebbe essere esponenziale: entro il 2025 c'è la possibilità di avere 40mila comunità energetiche capaci di alimentare un milione e 200mila case, 200mila uffici e 10mila piccole e medie imprese.
La European Community Power Coalition, RePower Eu, alla quale aderiscono quaranta realtà nate di recente, sta tentando di mettere in piedi una rete di comunità sul modello di quella delle cooperative di ResCoop. Nel frattempo, l'idea di una nuova produzione di energia decentralizzata e locale ha sedotto diverse persone. Patagonia, la compagnia di Yvon Chouinard passata nelle mani di un fondo per la protezione del Pianeta per volontà del suo stesso fondatore, un anno fa ha realizzato un cortometraggio di mezz'ora intitolato We the Power. The Future of Energy is Community-Owned che potete trovare online, dedicato proprio a questa rivoluzione e alle sue implicazioni.
"L'unico modo per guardare avanti è decentralizzare sempre di più, produrre e consumare più energia a livello locale con fonti come il solare e l'eolico e aumentare lo stoccaggio e le soluzioni intelligenti per una gestione efficiente dell'energia", ha spiegato di recente Gonçalo Mendes, ricercatore nel campo dei sistemi energetici presso la Lut University in Finlandia e parte del gruppo che sta lavorando al progetto finanziato dalla Commissione europea Greta, acronimo di Green Energy Transition Actions. Ne fa parte anche l'area Pilastro di Bologna e si basa sul concetto di "cittadinanza energetica": significa che i cittadini partecipano attivamente alle azioni per raggiungere la neutralità climatica, dall'energia rinnovabile ai veicoli elettrici, fino alle comunità e alle cooperative.
"Entro il 2050, oltre l'80% delle famiglie dell'Unione Europea potrebbe diventare un attore attivo", spiega la dichiarazione di intenti di Greta Thunberg. "Ciò comporterebbe che le famiglie producano energia rinnovabile, adeguino il loro consumo di energia e immagazzinino elettricità verde per essere gestite in modo ottimale a livello locale".
O, per dirla con le parole di Lurian Klein, della portoghese Cleanwatts che si occupa di soluzioni per ottimizzare i consumi, stiamo parlando di soluzioni "molto più accessibili, democratiche, collaborative e giuste rispetto al mercato dell'energia".
Approvata ufficialmente da Bruxelles la nuova "Solar Photovoltaic Industry Alliance" sul modello della Battery Alliance. A novembre via libera alle richieste di adesione.
La Commissione europea ha approvato ufficialmente martedì 11 ottobre la Solar Photovoltaic Industry Alliance, una alleanza industriale che si prefigge di aumentare la produzione di prodotti e componenti solari fotovoltaici innovativi.
Ma occorrono più finanziamenti per il settore, come ha richiesto SolarPower Europe insieme con gli amministratori delegati di varie aziende FV.
Questa alleanza, sottolinea una nota di Bruxelles, è una delle iniziative previste dalla strategia Ue per il fotovoltaico, adottata a maggio 2022 con il piano REPowerEU. Obiettivo del piano è raggiungere 320 GW di capacità FV di nuova installazione entro il 2025 e quasi 600 GW entro il 2030.
A novembre, precisa la Commissione, sarà pubblicata una richiesta di adesione alla nuova iniziativa industriale. Il lancio vero e proprio è previsto entro la fine del 2022.
Il commissario Thierry Breton, responsabile per il mercato unico, ha spiegato che la Ue potrebbe arrivare a 30 GW di capacità produttiva annuale di fotovoltaico al 2025 lungo i diversi anelli della filiera. Secondo Breton, inoltre, entro la fine di questo decennio in Europa si potrebbe raddoppiare il numero di persone impiegate nel settore FV (oggi sono circa 357mila).
Una volta istituita, l’alleanza riunirà attori industriali, istituti di ricerca, associazioni di consumatori, Ong e altre parti interessate; lavorerà a stretto contatto con la Ue e gli Stati membri su diversi fronti, tra cui ricerca e innovazione, tecnologia, catena di approvvigionamento industriale, materie prime, accesso ai finanziamenti, acquirenti, partenariati internazionali e resilienza della filiera globale, circolarità, sostenibilità.
Ricordiamo che la Commissione europea ha già contribuito a sviluppare la Battery Alliance, allo scopo di far decollare la produzione Ue di batterie per veicoli elettrici.
Proprio mentre arrivava il via libera alla Solar Photovoltaic Industry Alliance, dodici amministratori delegati di aziende attive nel fotovoltaico (tra cui Salvatore Bernabei di Enel Green Power), insieme con il ceo di SolarPower Europe, Walburga Hemetsberger, hanno inviato una lettera congiunta alla Commissione Ue.
Si chiede a Bruxelles di adottare misure aggiuntive nel breve termine per sostenere la filiera fotovoltaica europea. In particolare, secondo i firmatari, serve “un sostegno finanziario accelerato e ambizioso per i progetti manifatturieri FV di grandi dimensioni” (neretti nostri) con un focus sulla produzione di polisilicio e lingotti/wafer.
"Si informano gli operatori titolari di convenzioni di Ritiro Dedicato e Tariffa Omnicomprensiva ex D.M. 18/12/2008 che è stato momentaneamente sospeso il Portale necessario per procedere alla fatturazione. In seguito alla riapertura del Portale, che avverrà nei prossimi giorni, tutti gli operatori interessati potranno procedere con la fatturazione. Ai soli operatori del Ritiro Dedicato che avessero già proceduto all'emissione del preliminare di fattura, a causa della mancata acquisizione dei dati nel Sistema di Interscambio (SdI), sarà richiesto di procedere di nuovo alla fatturazione. La data ultima di ricezione delle fatture, per effettuare il pagamento secondo le tempistiche ordinarie previste per le competenze di agosto, viene prorogata, per i soli meccanismi interessati dalla sospensione del Portale, al 13 ottobre.
La pubblicazione dei corrispettivi spettanti per gli impianti in Ritiro Dedicato di potenza inferiore ai 20 kW avverrà a partire da metà mese fermo restando il pagamento che avverrà nel minor tempo possibile, presumibilmente nei primi giorni di novembre.
In riferimento agli impianti in Ritiro Dedicato la cui energia immessa è remunerata a Prezzi Orari e che rientrano nell'ambito di applicazione dell'art. 15-bis del DL 27 gennaio 2022, n. 4, coordinato con la Legge di conversione 28 marzo 2022, n. 25, cd. “Norma extraprofitti", la pubblicazione del corrispettivo, a partire dalle competenze di agosto, avverrà direttamente al prezzo di riferimento previsto dalla norma".
In seguito all’evento manifestatosi nella notte tra domenica
28 e lunedì 29 agosto 2022, alle ore 24, sui sistemi informativi del GSE, in
conformità a quanto previsto dall’art. 34 del Regolamento Europeo n. 679 del
2016.
Il Gse ha comunicato che si è trattato di un
attacco hacker che ha penetrato le difese del GSE, attraverso un ransomware di
nuovissima generazione
In sintesi, è stato accertato che gli autori dell’attacco
hanno colpito:
1) Rete;
2) Client;
3) Infrastruttura degli applicativi;
4) File server;
5) Sistemi di posta elettronica.
Ad oggi l'accesso al sito GSE è stato ripristinato, tuttavia i principali servizi (Conto Energia, Rid, Ssp, ecc.) sono ancora non disponibili. Al primo acceso alla propria area personale verrà richiesta conferma dei propri dati di contatto e di aggiornare la propria password.
Inoltre, fino a diversa comunicazione di riavvio anche della
posta elettronica, che sarà data pubblicamente, invita a prestare la
massima attenzione alle e-mail che in questi giorni sembrano da ricondursi al
GSE e che potrebbero invece costituire tentativi di phishing.
Infine, non escludono la pubblicazione impropria di dati
personali: in quest’ultimo caso, si rammenta ai Soggetti Interessati, che
abbiano contezza della diffusione non autorizzata di propri dati, che potrà, da
parte loro, essere esercitato il diritto alla cancellazione ai sensi dell’art.
17 del GDPR, ferme restando le eventuali ulteriori azioni di tutela a cura del
GSE.
Tale notifica ha natura preliminare e cautelativa così come
quella effettuata dal GSE al Garante per la Privacy in data 30 agosto, in
attesa di elementi di maggior dettaglio e ferma restando l’esigenza di
procedere con la dovuta attenzione, nel rispetto di ogni norma di legge.
Il Data Protection Officer del GSE, avv. Maria Antonietta
Fadel, rimane al riguardo contattabile da parte dei Soggetti Interessati ai
seguenti indirizzi: rpd@pec.gse.it – rpd@gse.it.
Ulteriori aggiornamenti saranno trasmessi nella sezione MEDIA del portale gse
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha pubblicato i nuovi template per la compilazione della Parte I e Parte II del Modello Unico per impianti fotovoltaici, previsto dal Decreto Ministeriale del 19 maggio 2015, poi aggiornato e integrato dal D. Lgs 199/2021 e dalla Deliberazione 128/2022.
I nuovi template del modello unico – riporta una nota a corredo – consentono un iter semplificato per la connessione degli impianti fotovoltaici fino a 50 kW e per l’accesso al regime del ritiro dedicato, questo in modifica dei precedenti vincoli che consentivano esclusivamente l'attivazione di una convenzione di Scambio sul Posto e una potenza massima di 20 kWp.
Inoltre entro il 02/05/2022 si attendono ulteriori novità in merito con l'innalzamento della soglia di potenza massima a 200 kWp.
Ma vediamo perchè tale modifica dovrebbe accelerare gli iter di connessione.
In primo luogo perchè il distributore di rete, con cui si effettua la pratica, è l'unico interlocutore con cui interfacciarsi e che opera per conto del cliente finale nei confronti dei vari enti coinvolti (enti locali, Terna, GSE).
In secondo luogo le attività e la documentazione da predisporre è minore, con sostanzialmente una prima comunicazione all'avvio dei lavori (modello unico parte I e relativi allegati) e una seconda comunicazione alla conclusione dei lavori (modello unico parte II e relativi allegati).
Tale semplificazione, se disponibili tutti i documenti, consente di ridurre, e alle volte dimezzare, i tempi necessari alla connessione degli impianti.
Quali sono le condizioni per poter accedere:
Pod attivo
Potenza dell'impianto inferiore a quella disponibile al momento dell'avvio dell'iter si connessione
Potenza dell'impianto infereriore a 50 kWp (a breve 200 kWp)
Realizzazione su tetti, in modo complanare alla falda e in zona non vincolate.
Cosa serve per avviare la pratica?
Dati e documenti del cliente finale
Iban del cliente finale per addebito costi di connessione e successivi pagamenti GSE (SSP/RID)
Dati catastali immobile oggetto d'intervento
Dati tecnici dell'impianto con relativi schemi
Fattura recente energia elettrica
I-green, grazie ad una esperienza consolidata negli anni, con procedure standardizzate gestisce decine di iter di connessione semplificati e ordinali, sia per clienti finali che installatori, nei confronti dei principali distributori di zona (E-distribuzione, Areti, In Rete ecc.) garantendo precisione e velocità di esecuzione.
Se hai necessità in merito, contattaci per un preventivo o una consulenza.
La tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entra in Costituzione. L'Aula della Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 ed il 41.
Il testo, alla seconda lettura alla Camera, è passato a Montecitorio con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti.
Il Senato lo aveva approvato con la maggioranza dei due terzi lo scorso 3 novembre. Di conseguenza, entra subito in vigore e non è sottoponibile a referendum.
Il voto finale è stato salutato da un lungo applauso dell'Assemblea di Montecitorio.
"Questo voto del Parlamento segna una giornata epocale: testimonio qui la presenza del governo che crede in questo cambiamento, grazie al quale la nostra Repubblica introduce nei suoi principi fondanti la tutela dell'ambiente". Così il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, commenta a Montecitorio l'imminente voto della Camera che introduce la tutela dell'ambiente in Costituzione.
Vi ricordiamo che tutti i produttori di energia elettrica con impianti di potenza nominale superiore ai 20 kW, entro il 16/12/2021, dovranno effettuare il pagamento del rinnovo del diritto di licenza sulle accise e imposte di consumo per l’anno 2022.
Il pagamento deve essere eseguito mediante F/24 ACCISE-MONOPOLI al Codice Tributo 2813 e provincia di riferimento.
L’ importo da versare è di:
€ 23,24se l’energia prodotta viene utilizzata dallo stesso produttore (uso proprio come autoconsumo);
€ 77,47 se l’energia prodotta viene destinata ad uso commerciale (l’energia prodotta viene utilizzata da terza società).
Si ricorda che il Diritto di Licenza è un contributo da corrispondere annualmente all’Agenzia delle Dogane in seguito dell’apertura di “Officina Elettrica”, in caso di mancato versamento si può essere soggetti a sanzioni.
Inoltre vi ricordiamo che, dal 01 Gennaio 2022 al 31 Marzo 2022, sarà possibile trasmettere la dichiarazione annuale di produzione e consumo dell’energia elettrica nei confronti dell’Agenzia delle Dogane. A tal fine è bene aggiornare la compilazione del registro doganale e acquisire le letture di fine anno al 31/12.
Inoltre le nuove modalità di trasmissione permettono la possibilità di delega all'invio della dichiarazione società abilitate e specializzate come la nostra, quindi qualora siate interessati non esitate a contattarci per una consulenza in merito.
Banche e imprese sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici e in Italia più del 30% delle aziende è esposto a elevati rischi connessi al surriscaldamento globale.
A dirlo è la Banca centrale europea nel presentare i risultati del suo stress-test climatico (link in basso), che ha misurato i potenziali impatti del global warming nei prossimi 30 anni su più di quattro milioni di aziende su scala globale e 1.600 istituti bancari della zona euro.
Tanto che nel 2050, sostiene la Bce, il portafoglio medio di prestiti societari di una banca europea, in uno scenario di non-azione climatica, sarebbe molto più esposto di oggi alle insolvenze delle imprese.
In sostanza, le banche avrebbero un 8% di probabilità in più, rispetto a uno scenario di rapida azione climatica, di dover sopportare delle perdite dovute alla mancata capacità delle aziende di ripagare i loro debiti.
E nei portafogli di prestiti concessi alle società maggiormente vulnerabili ai rischi climatici, le probabilità di insolvenze sarebbero ancora più alte, intorno al 30% nel 2050 in confronto al 2020, nello scenario di non-azione climatica.
Secondo la Bce, quindi, banche e imprese possono ricavare grandi vantaggi da una rapida e ordinata transizione verso un sistema economico-energetico a zero emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi climatici stabiliti con gli accordi di Parigi nel 2015.
È la “orderly transition” , tratto dal documento della Bce, che presuppone di adottare politiche e misure compatibili con un aumento della temperatura di +1,5 °C in confronto ai livelli preindustriali. Al contrario, gli altri duescenari, “disorderly transition” e “hot-house world” (il primo comporta un aumento della temperatura di +2 °C mentre il secondo fa riferimento al Pianeta-serra con un surriscaldamento ben oltre i limiti di Parigi), sono caratterizzati da un incremento notevole dei rischi climatici per banche e imprese.
Questi rischi sono di due tipi, si spiega nel documento.
I rischi fisici riguardano gli impatti di eventi naturali e meteorologici estremi, come inondazioni, siccità, ondate di calore, incendi.
La distribuzione geografica di tali rischi non è uniforme in Europa, osserva la Bce: le regioni settentrionali, in linea generale, sono più soggette a inondazioni, mentre i paesi meridionali sono più soggetti a ondate di caldo e incendi.
Poi ci sono i cosiddetti rischi della transizione: un esempio è dato dai maggiori costi che le aziende devono sopportare per diminuire le emissioni di CO2 e più in generale il loro impatto ambientale, in modo da allinearsi alle politiche climatiche dei diversi paesi.
Ciò vale soprattutto per le grandi imprese energivore e per i colossi dei combustibili fossili: se non saranno in grado di modificare le loro strategie industriali, investendo sempre di più in tecnologie pulite, si ritroveranno con grandi quantità di stranded asset, cioè investimenti non più recuperabili e improduttivi.
Con la conseguenza che avranno difficoltà a onorare i debiti con le banche e vedranno scendere le loro quotazioni sui mercati finanziari con relativi rating.
Infine n Italia secondo i calcoli della Bce il 30% circa delle imprese è esposto a elevati rischi fisici e il 35% circa è esposto a elevati rischi di transizione.
Pertanto, afferma la Bce in una nota, i vantaggi di una tempestiva azione per ridurre i rischi climatici “superano i costi iniziali sul medio e lungo termine, anche grazie ai guadagni di efficienza energetica per le imprese e ai costi energetici complessivamente più bassi”
Articolo completo su https://www.qualenergia.it/articoli/italia-piu-30-percento-imprese-rischia-grosso-per-clima/
Non si ferma la corsa dei prezzi di elettricità e gas che ad agosto hanno toccato nuovi record con la media mensile del prezzo unico sulla borsa elettrica che aggiorna il massimo storico toccato in luglio, attestandosi per agosto a 112,39 euro/MWh, contro i 42 €/MWh del 2020, quasi triplicato.
Gran parte di questo aumento è dovuto alla corsa del gas, che è aumentato di 5-6 volte i prezzi di agosto 2020, trainato dalla ripresa economica, dall’andamento generale delle commodity energetiche e dalla ridotta offerta di GNL in Europa.
Per l'Italia questo aumento del GAS, oltre a ripercuotersi sui costi per il riscaldamento che andremo ad affrontare causa anche l'aumento del prezzo dell'energia elettrica, in quanto la produzione di elettricità è ancora legato in parte alla produzione delle centrali termoelettriche, un motivo in più per puntare alle rinnovabili per la generazione di elettricità.
Rinnovabili in ogni caso in aumento anche (+7,2% a 11,01 TWh) che grazie in particolare a una decisa ripresa di idroelettrico (+9,1% a 4,6 TWh escludendo l’apporto stimato dei pompaggi) ed eolico (+19,6% a 1,44 TWh) hanno coperto il 41,2% dei consumi nazionali del mese, contro il 39,4% di agosto 2020.
Probabile quindi un rialzo tariffario ad ottobre da parte dell'ARERA che dovrà aggiornare le tariffe dell’elettricità, con probabile effetto quindi sull'inflazione e sulle nostre bollette.
Pubblicato dal GSE il Rapporto Statis tico dedicato al fotovoltaico: a fine 2020 installati in Italia 936.000 impianti fotovoltaici per una potenza totale di circa 21,65 GW e una produzione vicina a 24 TWh. Nel 2020 +50% per i sistemi di accumulo.
Il GSE ha pubblicato il Rapporto statistico sul Solare fotovoltaico 2020
con tutti i dati su numerosità, potenza e produzione degli impianti a
livello regionale o provinciale, dimensione dei pannelli, tipologia di
installazione, autoconsumo e sistemi di accumulo.
A fine anno in Italia erano installati 935.838 impianti fotovoltaici
(erano 880.000 nel 2019) per una potenza totale di 21,65 GW (+3,8%
sull’anno precedente) e una produzione vicina a 25 TWh (+5,3 sul 2019,
grazie alle migliori condizioni di irraggiamento). La taglia media degli
impianti è pari a 23,1 kW. Nel corso del 2020 sono stati installati
55.000 nuovi impianti (contro i 58.000 del 2019), che hanno portato a un
aumento di 750 MW della potenza installata nel Paese,
in linea con i dati dell’anno precedente (nonostante l’emergenza COVID
che ha fatto temere un ridimensionamento del mercato; la pandemia ha
però impattato sui tempi di entrata in esercizio degli impianti). Per il
57% i nuovi impianti hanno beneficiato del meccanismo dello Scambio sul
posto. L’81% degli impianti afferisce al settore domestico (percentuale
che sale all’86% considerando i soli dati del 2020), mentre il 51%
della potenza installata è relativa al settore industriale.
Dalla sua fondazione nel 2008, Intersolar North America è diventato l'evento solare più frequentato e la principale piattaforma di networking per l'industria solare nordamericana. Co-localizzato con SEMICON West, si svolge ogni anno presso il Moscone Center di San Francisco, in California, il mercato solare pionieristico degli Stati Uniti. La mostra e la conferenza dell'evento si concentrano entrambe sulle aree del fotovoltaico, delle tecnologie di produzione fotovoltaica, dell'accumulo di energia e del solare tecnologie termiche.
Da quando è stata fondata, Intersolar è diventata la piattaforma industriale più importante per produttori, fornitori, distributori, fornitori di servizi e partner dell'industria solare globale. Un totale di 521 espositori e circa
18.000 visitatori professionali hanno partecipato a Intersolar North America nel 2015. La conferenza ha previsto 47 sessioni e 25 workshop con più di 220 relatori.+ Noi di Igreen siamo presenti virtualmente, ritenendo l'evento di grande importanza abbiamo risposto presente al fine di acquisire sempre più conoscenze sul mondo che verrà, sull'innovazione e lo sviluppo di energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale.
Stangata sulle bollette di luce e gas caratterizzate da aumenti record a partire dal 1 luglio 2021 sono queste le previsioni formulate da Nomisma Energia. L'elettricità registrerà un aumento intorno al 12% e per il gas oltre il 21%. Con il bonus sociale in vigore dal 1 luglio le famiglie più in difficoltà potranno limitare in parte il disagio dovuto agli aumenti per tutti gli altri una serie di accorgimenti che approfonditi all'interno dell'articolo per cercare di risparmiare il più possibile sulla spesa delle bollette di luce e gas.
Stangata sulle bollette di luce e gas caratterizzate da aumenti record a partire dal 1 luglio 2021 sono queste le previsioni formulate da Nomisma Energia.
La società di consulenza energetica che fornisce soluzioni mirate alle specifiche richieste dei suoi clienti volte a capire e sfruttare le opportunità offerte dei mercati dell’Energia e dell’Ambiente, ha previsto aumenti a doppia cifra per le bollette di luce e gas, subiranno infatti un brusco aumento con rincari che si tradurranno in un aumento della spesa annua di circa 260 euro a famiglia.
L'ipotesi di conteggio ipotizzata da Nomisma Energia dovrà essere confermata nei prossimi giorni dall'uscita del classico documento trimestrale redatto dall'Arera ( Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ).
I dati sugli aumenti stimati, molto vicini alla realtà, verranno confermati tra pochissimi giorni, entreranno in vigore dal 1 luglio e come già scritto in precedenza saranno del + 12% per l'energia elettrica e del +21% per il gas, cifre record attenzioni quindi anche al probabile aumento del tasso di inflazione dirtta conseguenza di un brusco aumento del costo dell'energia.
Cerchiamo ora di entrare nelle case degli italiani e fare una media per tradurre questi aumenti percentuali in euro.
Un nuovo rapporto di IRENA conferma che le energie rinnovabili sono sempre più economiche e potrebbero garanSecondo il nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) “Renewable Power Generation Costs in 2020“, lo scorso anno è raddoppiata la percentuale di energia rinnovabile che ha raggiunto costi inferiori rispetto ai combustibili fossili più competitivi. Nel dettaglio 162 gigawatt (GW), ovvero il 62% della produzione totale di energia rinnovabile aggiunta lo scorso anno, ha avuto costi più bassi rispetto alle opzioni più economiche di combustibili fossili.
Negli ultimi anni i costi delle tecnologie rinnovabili – spinti da tecnologie in costante miglioramento, economie di scala, catene di approvvigionamento competitive – hanno continuato a scendere: l’energia solare a concentrazione (CSP) è calata del 16%, l’eolico onshore del 13%, l’eolico offshore del 9% e il solare fotovoltaico del 7%. Grazie a queste diminuzioni dei costi le energie rinnovabili rappresentano un’opzione sempre più interessante e alternativa al carbone verso un’economia sostenibile e a 0 emissioni, in particolare per i paesi in via di sviluppo.
Secondo il Rapporto i nuovi progetti rinnovabili del 2020 faranno risparmiare alle economie emergenti fino a 156 miliardi di dollari.
Il direttore generale dell’IRENA Francesco La Camera ha sottolineato che “le rinnovabili sono oggi la fonte di energia più economica e offrono ai paesi legati al carbone un’alternativa per la sua eliminazione graduale, economicamente attraente, in grado di soddisfare la crescente domanda di energia, risparmiando costi, aggiungendo posti di lavoro, stimolando la crescita e soddisfacendo le ambizioni climatiche”.
Secondo il Rapporto i progetti rinnovabili aggiunti l’anno scorso ridurranno i costi nel settore dell’elettricità di almeno 6 miliardi di dollari all’anno nei paesi emergenti, rispetto all’aggiunta della stessa quantità di generazione a combustibile fossile. Due terzi di questi risparmi verranno dall’eolico onshore, seguito dall’idroelettrico e dal solare fotovoltaico. Ai risparmi sui costi si devono naturalmente aggiungere i benefici economici e la riduzione delle emissioni di carbonio.
I 534 GW di capacità rinnovabile aggiunti nei paesi emergenti dal 2010 a costi inferiori rispetto all’opzione più economica del carbone stanno riducendo i costi dell’elettricità di circa 32 miliardi di dollari ogni anno.
Tra il 2010 e il 2020 il costo dell’elettricità dal solare fotovoltaico su scala industriale è sceso dell’85%, quello del CSP del 68%, l’eolico onshore del 56% e del 48% per l’eolico offshore. Con prezzi d’asta record di 1,1 – 3 centesimi di dollaro per kWh oggi, il solare fotovoltaico e l’eolico onshore battono, senza alcun sostegno finanziario, anche la nuova opzione più economica del carbone.
tire un risparmio di 156 miliardi di dollari alle economie emergenti.
Un nuovo rapporto di IRENA conferma che le energie rinnovabili sono sempre più economiche e potrebbero garanSecondo il nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) “Renewable Power Generation Costs in 2020“, lo scorso anno è raddoppiata la percentuale di energia rinnovabile che ha raggiunto costi inferiori rispetto ai combustibili fossili più competitivi. Nel dettaglio 162 gigawatt (GW), ovvero il 62% della produzione totale di energia rinnovabile aggiunta lo scorso anno, ha avuto costi più bassi rispetto alle opzioni più economiche di combustibili fossili.
Negli ultimi anni i costi delle tecnologie rinnovabili – spinti da tecnologie in costante miglioramento, economie di scala, catene di approvvigionamento competitive – hanno continuato a scendere: l’energia solare a concentrazione (CSP) è calata del 16%, l’eolico onshore del 13%, l’eolico offshore del 9% e il solare fotovoltaico del 7%. Grazie a queste diminuzioni dei costi le energie rinnovabili rappresentano un’opzione sempre più interessante e alternativa al carbone verso un’economia sostenibile e a 0 emissioni, in particolare per i paesi in via di sviluppo.
Secondo il Rapporto i nuovi progetti rinnovabili del 2020 faranno risparmiare alle economie emergenti fino a 156 miliardi di dollari.
Il direttore generale dell’IRENA Francesco La Camera ha sottolineato che “le rinnovabili sono oggi la fonte di energia più economica e offrono ai paesi legati al carbone un’alternativa per la sua eliminazione graduale, economicamente attraente, in grado di soddisfare la crescente domanda di energia, risparmiando costi, aggiungendo posti di lavoro, stimolando la crescita e soddisfacendo le ambizioni climatiche”.
Secondo il Rapporto i progetti rinnovabili aggiunti l’anno scorso ridurranno i costi nel settore dell’elettricità di almeno 6 miliardi di dollari all’anno nei paesi emergenti, rispetto all’aggiunta della stessa quantità di generazione a combustibile fossile. Due terzi di questi risparmi verranno dall’eolico onshore, seguito dall’idroelettrico e dal solare fotovoltaico. Ai risparmi sui costi si devono naturalmente aggiungere i benefici economici e la riduzione delle emissioni di carbonio.
I 534 GW di capacità rinnovabile aggiunti nei paesi emergenti dal 2010 a costi inferiori rispetto all’opzione più economica del carbone stanno riducendo i costi dell’elettricità di circa 32 miliardi di dollari ogni anno.
Tra il 2010 e il 2020 il costo dell’elettricità dal solare fotovoltaico su scala industriale è sceso dell’85%, quello del CSP del 68%, l’eolico onshore del 56% e del 48% per l’eolico offshore. Con prezzi d’asta record di 1,1 – 3 centesimi di dollaro per kWh oggi, il solare fotovoltaico e l’eolico onshore battono, senza alcun sostegno finanziario, anche la nuova opzione più economica del carbone.
Per sostenere la nascita di gruppi di autoconsumo collettivo e la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili arriva anche nelle Marche una legge dedicata, che stabilisce una serie di criteri per la partecipazione alla produzione e consumo associato di energia da fonti rinnovabili.
I gruppi di autoconsumo di energia rinnovabile – si legge nella norma, allegata in basso – dovranno essere formati da almeno due soggetti, ubicati in un medesimo edificio o condominio.
Produrranno energia rinnovabile per il proprio consumo, anche eventualmente accumulandola o vendendola purché non costituisca attività commerciale o professionale principale.
Per Comunità energetica rinnovabile (Cer) viene inteso un soggetto giuridico autonomo, costituito senza fini di lucro e in modo aperto e volontario da persone fisiche, condomini, Comuni, piccole e medie imprese, titolari di attività commerciali situati in aree limitrofe, che decidono di realizzare impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili.
La quota di energia destinata all’autoconsumo non potrà essere inferiore al 40% di quella prodotta e l’attività, stabilita da un programma triennale, dovrà essere documentata ogni anno da un bilancio energetico.
Scemato l’effetto lockdown dei primi mesi di pandemia, i consumi di energia in Italia sono tornati a crescere e con essi le emissioni. Una ripresa che unitamente ai nuovi obiettivi sul clima ha impresso un netto peggioramento all’ISPRED, ossia l’indice di transizione energetica nazionale. A calcolarlo è l’ENEA pubblicando, ogni tre mesi, i dati sull’andamento del sistema energetico italiano.
L’ultima analisi dell’agenzia arriva oggi e fa il punto sui trend di gennaio, febbraio e marzo 2021. Il primo dato a saltar all’occhio è la profonda discrepanza tra l’anno in corso e il 2020. Passata la prima fase emergenziale e iniziate le vaccinazioni per il Covid-19 l’economia globale ha potuto tirare un sottile sospiro di sollievo, forte anche dei grandi piani fiscali che accompagnano la ripresa. E se l’economia rialza la testa, anche i consumi energetici, petrolio in primis, tornano a crescere.
L’Italia non fa differenza: qui la domanda di energia primaria ha toccato quota 43 Mtep nel primo trimestre 2021 (+1,5% rispetto sul I trimestre 2020). Un valore, tuttavia, ancora inferiore del 5% rispetto ai livelli pre-coronavirus. La differenza – spiega l’ENEA – è quasi completamente riconducibile ai minori consumi di petrolio. Nel compenso sono aumentati i consumi di gas naturale (+5%), rinnovabili (+5%) e delle importazioni nette di elettricità (+6%). E anche del carbone (+17%, dati parziali) sebbene i valori siano ancora al di sotto del I trimestre 2019.
La ripresa ha ovviamente fermato il calo della CO2 registrato lo scorso anno. Nel dettaglio, le emissioni del settore energetico sono stimate sui livelli di gennaio e febbraio 2020, con un incremento marginale. Ma domanda energetica e dati emissivi sono solo due delle cause del peggioramento dell’indice di transizione energetica. La ragione principale del calo dell’ISPRED sta anche nei nuovi obiettivi climatici 2030 decisi in sede UE . Obiettivi che hanno scombussolato anche la traiettoria di crescita delle fonti rinnovabili.
“Tutto ciò comporta un sostanziale allontanamento della traiettoria di decarbonizzazione del sistema”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi. “Un altro segnale negativo si registra sul fronte sicurezza, dove permangono la forte criticità nel settore della raffinazione e gli alti costi per la gestione in sicurezza del sistema elettrico. Sul lato prezzi, invece, si conferma la positiva riduzione della forbice fra l’Italia e il resto d’Europa per l’elettricità e per il gas naturale, sia all’ingrosso che al dettaglio”
Tratto da: https://www.rinnovabili.it/energia/politiche-energetiche/indice-di-transizione-energetica-italia/
Con 224 voti favorevoli, nessun contrario e 23 astensioni (tra cui quelle di Fratelli d’Italia), il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale che inserisce nella nostra Costituzione (all’art. 9) un principio fondamentale per realizzare politiche contro il cambiamento climatico: la tutela ambientale, anche nell’interesse delle generazioni future che, più di altre, dovranno affrontare rischi e impatti causati dal surriscaldamento globale.
Il ddl di riforma costituzionale n. 83 introduce, inoltre, sempre come aggiunta all’art. 9, il principio della tutela degli animali.
Più in dettaglio, l’art. 9 della Costituzione, ricordiamo, nella sua attuale formulazione, afferma che: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“. La parte nuova sarebbe questa (neretti nostri): “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“.
Il provvedimento modifica anche l’articolo 41 della Costituzione, prevedendo che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da provocare danni all’ambiente.
L’art. 41, con la proposta votata in Senato in prima deliberazione, cambierebbe così (in neretto le aggiunte del ddl di riforma): “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata ecoordinata a fini sociali e ambientali“.
Al momento, ricorda il dossier del Senato sul ddl di riforma costituzionale, la “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” è presente solo nell’articolo 117, secondo comma, della Costituzione, dove esso enumera le materie su cui lo Stato abbia competenza legislativa esclusiva.
Nella proposta del nuovo art. 9 l’ambiente, chiarisce il dossier, è inteso nella sua accezione più estesa e “sistemica”, che include il concetto di biodiversità e di varietà degli ecosistemi naturali.
Ricordiamo, infine, che proprio il riferimento ai diritti delle future generazioni è alla base della storica sentenza della Corte costituzionale che, in Germania, ha portato il governo tedesco a rafforzare gli obiettivi per ridurre le emissioni di CO2 entro metà secolo.
Ma per approvare il ddl costituzionale i tempi sono ancora lunghi: ricordiamo che servirà una doppia lettura in entrambe le aule, con un intervallo di almeno tre mesi tra le varie deliberazioni.
Tratto da: https://www.qualenergia.it/articoli/tutela-ambientale-costituzione-primo-si-senato/
L’Onu lancia il decennio del ripristino degli ecosistemi: un’impresa globale che guarda alle nuove generazioni. Dietro la bandiera del #GenerationRestoration decine di iniziative per tutelare ambiente e biodiversità accelerando la transizione ecologica. Le Nazioni Unite: “Non fare nulla è almeno tre volte più costoso che il ripristinare l’ecosistema”
“Il degrado degli ecosistemi sta già mettendo a rischio il benessere del 40% dell’umanità. Per fortuna la Terra è resiliente: ma ha bisogno del nostro aiuto”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, introduce così la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 (World Environment Day) e il suo tema principale: il ripristino degli ecosistemi.
Una sfida cui l’Onu dà una veste epocale per farla indossare ad un’intera generazione, quella dei giovani e giovanissimi attivisti per il clima che dal 2019 hanno iniziato a diventare protagonisti nella società civile e nella politica. Le Nazioni Unite accompagnano questo percorso con lo slogan #GenerationRestoration e il lancio del decennio del ripristino degli ecosistemi con orizzonte 2030.
Perché celebriamo il World Environment Day
Il 5 si è celebratala Giornata Mondiale dell’Ambiente, giunta quest’anno alla 47° edizione. La prima si è tenuta nel 1974 con lo slogan “Only One Earth”. Tema che ha dato da sempre il tono a questa ricorrenza, dedicata alla consapevolezza critica verso l’ambiente e la sua tutela. L’urgenza invece è aumentata anno dopo anno.
Nel 1974, l’overshoot day, cioè il giorno in cui abbiamo consumato le risorse naturali che il mondo è capace di rigenerare in un anno e iniziamo a “rosicchiare” quelle del futuro, cadeva il 27 novembre. Quest’anno cadrà invece il 29 luglio, due mesi più presto. E per un paese come l’Italia, un paese avanzato con consumi elevati, la soglia l’abbiamo già passata: era il 13 maggio.
Ripristinare gli ecosistemi
Il messaggio di Guterres chiude su una nota positiva, invita a guardare al futuro più che al passato, e chiama all’azione. “Questo è il nostro momento. Non possiamo tornare indietro nel tempo. Ma possiamo coltivare alberi, rendere più verdi le nostre città, rinaturalizzare i nostri giardini, cambiare la nostra dieta e pulire i fiumi e le coste. Siamo la generazione che può fare pace con la natura. Diventiamo attivi, non ansiosi. Siamo audaci, non timidi. #GenerationRestoration”.
Tratto da: https://www.rinnovabili.it/ambiente/politiche-ambientali/giornata-mondiale-dell-ambiente-2021/
n Italia tutti si dichiarano favorevoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili al fine di combattere i cambiamenti climatici, ma di fatto si incontrano notevoli difficoltà ad investire nel settore. Su 1.882 MW disponibili nel quarto bando indetto dal GSE nel settembre scorso solo il 25% è stato aggiudicato” afferma Alberto Pinori, presidente di ANIE Rinnovabili, associazione di Federazione ANIE.
La ragione sarebbe da individuare negli “ostacoli autorizzativi” che impediscono di realizzare “gli investimenti privati stimabili tra i 550 e gli 850 milioni di euro”.
Come la burocrazia ostacola le rinnovabili in Italia
Si tratta di un problema ormai conclamato per gli operatori del settore: i processi autorizzativi previsti per le fonti rinnovabili ne pregiudicano fortemente i possibili sviluppi, anche quelli già programmati con il decreto FER 1.
Ad essere colpiti - sottolinea ANIE Rinnovabili - non sono solo gli impianti di grande taglia, ma anche quelli di taglia media. Secondo Pinori “stante questi risultati l’obiettivo del phase-out del carbone diventa una chimera”.
La grave criticità esistente sul fronte autorizzativo - si legge ancora in una nota dell’associazione - non è stata sanata, come invece era negli intenti del Governo, dal decreto Semplificazioni degli scorsi mesi. In ragione di ciò, permangono due principali ostacoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Da un lato l’opposizione aprioristica in nome della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che proprio le fonti rinnovabili sono chiamate a tutelare.
In secondo luogo, l’eccessiva burocrazia. Dalle normative nazionali si passa a quelle regionali per giungere a quelle provinciali e comunali: questi percorsi burocratici disomogenei e molto articolati - prosegue ANIE - sono inefficienti e richiedono ulteriori specifiche competenze per le imprese e conseguentemente ulteriori costi, che si traslano in un aumento del costo degli impianti.
Nella situazione attuale, si registra un trend degli impianti in asta (cioè con potenza > 1 MW) decrescente nell’arco dei quattro bandi previsti al DM FER: l’asta del Gruppo B è andata deserta, quella del Gruppo C ha registrato una percentuale di assegnazione del 15%, mentre quella del Gruppo A del 24% con 279 MW, suddivisi tra fotovoltaico ed eolico rispettivamente con 7% e 93%.
Gli impianti a registro, invece, fanno segnare un miglioramento grazie al fatto che il comparto idroelettrico si è aggiudicato completamente i 10 MW del Gruppo B con una coda di ulteriori 16 MW in posizione non utile ed il Gruppo A-2 (fotovoltaico ed amianto) ha assegnato 64 MW sui 351 MW disponibili (nei primi tre bandi la media di aggiudicazione è stata di 16 MW).
Il registro del Gruppo A non viene saturato nonostante la forte crescita degli impianti fotovoltaici di piccola taglia, che beneficiano di iter autorizzativi di gran lunga più semplici rispetto agli altri.
I dati evidenziano come sia residuale il contributo degli impianti eolici di taglia di poco inferiore a 1 MW rispetto a quelli fotovoltaici, nonostante il forte interesse di operatori di mercato che pur volendo investire incontrano i medesimi ostacoli autorizzativi che limitano l’accesso dei parchi eolici alle aste.
In considerazione di ciò, ANIE Rinnovabili chiede un intervento urgente per risolvere questo empasse autorizzativo e per dare una prospettiva di investimento alle imprese che vada al di là dell’ottobre 2021, per non vedere vanificate le attività imprenditoriali e di sviluppo del settore e per dare contributo al condiviso e atteso processo di Transizione Green.
Oggi la nostra rubrica settimanale, riporta un' esempio di come anche le grandi aziende puntano al futuro della loro produzione interna in ottica sostenibile. Infatti come riporta l'articolo "foodaffaris.it", la nota azienda leader nella produzione di gelati, Sammontana, ha presentato con un evento stampa a Milano un importante progetto in grado di coniugare innovazione tecnologica e design per ripensare in chiave sostenibile l’esperienza estiva dei lidi italiani. In questa occasione, Sammontana Italia ha presentato le novità nel proprio percorso per la sostenibilità e i contenuti di un Accordo Volontario con il Ministero della Transizione Ecologica alla firma in questi giorni.
Il progetto dà vita a un’oasi di relax all’aria aperta con speciali ombrelloni in grado di sfruttare i raggi solari per consentire un’autentica esperienza di refrigerio, ma soprattutto, gli ombrelloni, grazie a pannelli fotovoltaici disposti sulla loro superficie, sono in grado di convertire la luce solare in energia elettrica. L’ombrellone è progettato per essere aggregato fino a creare una “smart grid” di undici moduli in grado di alimentare un grande frigo gelati, ma anche di consentire alle persone di gustare bevande fresche, di assicurarsi refrigerio e comfort nelle ore più calde e caricare i propri device elettronici stando comodamente rilassati sulla propria sdraio.
L’IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITA’ CON I LIDI PARTNER
Il sistema di ombrelloni promosso da Sammontana rappresenta l’evoluzione naturale dell’impegno del Gruppo, avviato nel 2018 con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Spinlife, Spin off dell’Università di Padova, per sostenere la sostenibilità dei lidi italiani – potenzialmente applicabile in oltre 8.000 km di spiagge in Italia – e promuovere comportamenti virtuosi lungo le spiagge nel periodo di maggiore affollamento e consumo.
Gli stabilimenti balneari partner di Sammontana, valutati secondo precisi criteri di sostenibilità, valorizzano il proprio impegno per la salvaguardia ambientale anche attraverso attrezzature dedicate, tra cui frigoriferi ad alta efficienza energetica, e sensibilizzano i propri ospiti al consumo responsabile di gelato attraverso materiale informativo. Dal 2019 il progetto ha già coinvolto 185 lidi partner. Sammontana Italia a tale fine promuoverà iniziative finalizzate a incoraggiare le scelte di un numero sempre maggiore di lidi partner verso pratiche sostenibili per l’ambiente, tra cui un impegno per il riconoscimento dei lidi più virtuosi da parte della clientela. IL NUOVO IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITA’ A 360 GRADI
Sammontana Italia da diversi anni è infatti impegnata in un percorso di miglioramento continuo dei propri processi aziendali, per una riduzione dell’impatto ambientale a vari livelli, cominciata dalla misurazione e compensazione dell’impatto della CO2eq dei prodotti gelato principali fino ad arrivare alle soluzioni più avanzate in termini di eco-design e in chiave di economia circolare.
Nel corso dell’evento, Sammontana Italia ha presentato inoltre le novità che portano l’impegno per la sostenibilità a essere linea guida per lo sviluppo del gruppo, coerentemente con quanto indicato dalle Nazioni Unite con l’Agenda al 2030 (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) e dalla Commissione Europea, con la strategia del Green Deal.
L’approccio delineato prevede un impegno su tutte le aree di produzione industriale, non solo gelato ma anche pasticceria, e tre ambiti di innovazione: Ambiente, sviluppando ulteriori attività per ridurre il proprio impatto ambientale sul pianeta; Salute e Benessere, potenziando l’interesse verso gli aspetti nutrizionali, il benessere e la soddisfazione dei consumatori; Filiere sostenibili, consolidando i criteri di approvvigionamento da filiere sostenibili certificate.
La Regione Liguria ha approvato l’iter di definizione dei criteri utili per la costituzione e il funzionamento delle comunità energetiche, enti senza scopo di lucro, il cui fine è quello di superare l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati e di favorire la produzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili. I criteri riguardano, spiegano alla Regione, in primo luogo, le modalità di redazione del protocollo d’intesa che deve essere stipulato tra gli enti locali che intendano costituire una comunità energetica. Un singolo comune o ente locale potrà proporre l’istituzione di una comunità e farne parte come produttore e consumatore di energia o proporne l’istituzione senza farne parte o aderire a una comunità esistente e farne parte. «La riqualificazione energetica - afferma l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti - rappresenta una leva di sviluppo per sostenere la ripartenza delle imprese. Le comunità energetiche sono un passo importante non solo per l’ambiente, ma anche per le tasche di condomini, famiglie e imprese che potranno autoprodurre e autoconsumare collettivamente energia».
Oggi parleremo di un intervento di efficientamento energetico effettuato sugli impianti di climatizzazione di un noto centro commerciale e polifunzionale della provincia di Teramo, in Abruzzo, che ha ottenuto nei giorni scorsi il riconoscimento degli incentivi statali previsti mediante il CONTO TERMICO.
Il Conto Termico, gestito dal GSE, ha come obiettivo l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per privati, aziende e pubbliche amministrazioni. Incentiva molteplici interventi e con modalità diverse, nello specifico si è trattato di una “sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale, anche combinati per la produzione di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica, unitamente all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di impianti con potenza termica utile superiore a 200 kW”
L’intervento in oggetto è stato realizzato nell’ambito di un processo di rinnovamento e ampliamento della galleria commerciale, all’interno del quale è stata effettuata la sostituzione di una caldaia con bruciatore, di un generatore di aria calda con bruciatore a gas e del sistema refrigerante con la nuova installazione di due pompe di calore elettriche aria/acqua di potenza termica di 634 kW e 446 kW e relative opere.
Per il cliente, I-Green, ha eseguito una dettagliata e accurata diagnosi energetica preliminare, mediante la quale si sono profilati i principali vettore energetici e le fonti di consumo. Tale documento è stato la base sulla quale il cliente, in sinergia con i propri progettisti ha deciso di effettuare un importante intervento di efficientamento energetico con la sostituzione. In seguito abbiamo eseguito le Attestazione di Prestazione Energetiche necessarie e curato l’intero iter di presentazione, richiesta e ottenimento dell’incentivo in Conto Termico con il GSE.
L’attività, dopo una lunga ed estenuante interlocuzione con l’ente preposto, e il supporto dei tecnici/aziende convolte nel progetto, ha avuto la sua conclusione nei giorni scorsi, con il riconoscimento di un importante incentivo quinquennale, mediante il quale l’azienda recupererà circa il 65% dell’investimento effettuato pari ad oltre € 310.000. A questo si aggiunge il risparmio generato dall’efficientamento energetico del sistema e la riduzione delle emissioni di CO2, salvaguardando ambiente e comunità locale.
I-GREEN, grazie ad un’esperienza consolidata e dimostrabile sul campo, è a disposizione per tutti quei produttori, tecnici o installatori che vogliono realizzare progetti simili o solo per valutarne la fattibilità.
Quanto è sostenibile la tecnologia fotovoltaica? E quanto ancora può essere migliorata rispetto al suo impatto ambientale e sociale? Oggi rispondere a queste domande è divenuto imperativo. L’energia solare è la fonte più competitiva e versatile a livello globale, sia tra le rinnovabili che tra le fossili. Fattori che ne stanno accelerando la diffusione, pronti ad inaugurare una nuova era del Terawatt. SolarPower Europe entra nel vivo della questione rilasciando il suo Solar Sustainability Best Practices Benchmark, nuovo report sul fotovoltaico sostenibile. Il documento mira a fornire una guida per l’industria solare presentando pratiche all’avanguardia che possono essere utilizzate come parametri di riferimento per far avanzare le prestazioni green dell’intero settore.
La questione è complessa, anche solo a livello di definizione. La produzione fotovoltaica, grazie all’assenza di emissioni dirette è già annoverata nel pacchetto di soluzioni a basso impatto climatico. Ma per parlare di fotovoltaico sostenibile è necessario prendere in considerazione l‘intera catena del valore. In altre parole, ci si deve soffermare su elementi come la conservazione dell’ecosistema e gli impatti sulla biodiversità, condizioni di lavoro dignitose, inclusività sociale e livelli di uguaglianza di genere.
Il rapporto offre uno sguardo approfondito su 6 livelli della value chain: l’impronta di carbonio, la circolarità, la sostenibilità e la trasparenza della catena di distribuzione, l’impatto sulla biodiversità dei grandi impianti, l’accettazione sociale e i diritti umani. Per ogni capitolo, gli autori rappresentano il contesto attuale e sottolineano alcuni approcci e buone pratiche per migliorarlo. E forniscono casi studio reali per permettere di quantificare i benefici del fotovoltaico sostenibile.
“Un impianto solare a concentrazione in Italia? Figuriamoci, impiegherebbe anni per avere le licenze necessarie ed esser costruito. Aziende come le nostre non a caso lavorano meglio all’estero, qui sviluppiamo solo la tecnologia”. Letizia Magaldi, salernitana di 44 anni, studi in legge e master alla Bocconi, membro di SolarPaces dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, lo dice con amarezza. L’azienda che dirige, fondata dal nonno nel 1929, ha sede a Salerno ed è presente in cinquanta Paesi dall’Australia al Messico. Si occupa storicamente di tecnologie per la movimentazione di materiale ad alte temperature soprattutto nell’industria pesante con nastri trasportatori chiusi in modo che si eviti l’uso di acqua e il conseguente rilascio di gas nocivi. “Ma ormai da anni siamo impegnati anche nel fotovoltaico e abbiamo sviluppato un sistema per l’immagazzinamento dell’energia solare prodotta, uno dei punti deboli delle rinnovabili, che secondo noi è un bel passo in avanti”, continua lei. “Dubito però che lo costruiremo in Italia”. Prima di raccontare la nuova impresa della Magaldi Power, facciamo un salto indietro di qualche settimana. L’idea di partenza è arrivata da Takuro Kobashi, del National Institute for Environmental Studies, che in collegamento video dal Giappone si era messo a raccontare il progetto di SolaEv City. Ha calcolato la riduzione dell’impatto ambientale se sulle abitazioni venissero installati pannelli fotovoltaici. "Il risultato è promettente", aveva spiegato, "si arriverebbe ad esempio a coprire due terzi del consumo energetico di centro urbano". Ora la questione è che in realtà nei Paesi dove il sole abbonda quella percentuale potrebbe salire al 95% del fabbisogno di una città. E l’Italia, da questo punto di vista, è perfetta.LA PROCEDURA SEMPLIFICATA. Armati di buone intenzioni, convinti da avere dalla nostra anche gli ecobonus sull’edilizia, si potrebbe cadere nell’errore che sia venuto il momento di istallare sul proprio tetto dei pannelli. Peccato che non sia affatto così semplice. La procedura, detta "semplificata", è complessa e cambia in base alla regione e al comune. Non c’è una regola fissa, le norme per di più cambiano di frequente e tanti possono mettere bocca e bloccare tutto. I centri storici poi sono del tutto tagliati fuori in virtù dei vincoli paesaggistici, ma anche in campagna la situazione non è delle migliori.UN IMPIANTO DOMESTICO. Se ad esempio si volesse installare un impianto fotovoltaico sul terreno della propria casa in campagna che magari si trova a poca distanza dalla costa, bisognerebbe chiedere il nulla osta perfino alla Capitaneria di porto. Non parliamo poi degli impianti più grandi. Si possono costruire unicamente su terreni industriali, che in genere sono costosi, e a fronte di una serie infinita di permessi che rendono l’operazione difficile se non impossibile. Tanto che il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, avendo capito la situazione ha promesso di intervenire.
“E’ vero, siamo in grande difficoltà sulle rinnovabili”, conferma Alberto Pinori di Anie Rinnovabili. E’ l’associazione di Confindustria che raggruppa le imprese operanti nel settore delle fonti rinnovabili, dai costruttori di tecnologie e di impianti, ai fornitori di servizi ed ai produttori di energia. “Sono due o tre anni che vediamo un approccio negativo. Soprattutto riguardo le soprintendenze che nella stragrande maggioranza dei casi bocciano i progetti. Ma in generale il numero di enti coinvolti che devono dare il consenso è davvero alto”.
Aperta a imprese, istituzioni, università e associazioni di categoria promuoverà il connubio tra produzione energetica e quella agricola, condividendo il know-how per lo sviluppo di progetti.
Nasce la rete italiana dell’agrivoltaico sostenibile. L’iniziativa, lanciata e coordinata dall’Enea, mira a connettere fra loro imprese, istituzioni, università e associazioni di categoria per definire assieme un quadro metodologico e normativo dedicato al matrimonio tra produzione solare ed agricola.L’agrivoltaico o agro-fotovoltaico, sta emergendo come un’interessante soluzione per far crescere l’energia pulita in maniera integrata con il territorio. Un valore riconosciuto anche dal PNRR italiano che nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” destina a questo ibrido ben 1,1 miliardi di euro. L’obiettivo? Arrivare ad una capacità produttiva di 2,43 GW“La specificità dei contesti urbani italiani e il limitato potenziale di integrazione del fotovoltaico negli edifici, ma anche le incertezze legate al cambiamento di uso del suolo e alla trasformazione del paesaggio, bloccano le autorizzazioni”, rimarca Ezio Terzini, responsabile divisione ENEA di Fotovoltaico e Smart Devices.“I sistemi agrivoltaici possono quindi rappresentare una valida risposta”. Ma affinché si tratti di una soluzione win-to-win sia per il settore energetico che per quello agricolo, è necessario definire precise direttive. Un compito assunto dalla nuova rete dell’agrivoltaico sostenibile. “Per incoraggiarne la diffusione è necessario sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e criteri di progettazione e valutazione delle prestazioni degli impianti”, aggiunge Terzini.Il network lavorerà per definire un quadro metodologico-normativo, linee guida per la progettazione e valutazione degli impianti e strumenti di supporto decisionale. Inoltre contribuirà alla diffusione di conoscenze e alla promozione delle eccellenze italiane nei settori delle nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, dell’agricoltura e del paesaggio. A livello operativo, l’Agenzia ha costituito un’apposita task force multidisciplinare nell’ambito di due dipartimenti – “Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili” e “Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali” – con la possibilità di utilizzare laboratori, infrastrutture e professionalità pluriennali nei settori delle tecnologie green e dell’agroindustria.
E.ON e BNL Gruppo BNP Paribas hanno siglato un accordo per favorire la riqualificazione energetica degli edifici, attraverso la cessione dei crediti di imposta, mettendo a disposizione dei clienti tutti i vantaggi derivanti dall’introduzione del Decreto Rilancio 2020.
La collaborazione tra E.ON e BNL, tra le prime nei rispettivi settori di riferimento ad attivarsi sul fronte Ecobonus e Superbonus, permetterà ai clienti che desiderano migliorare la propria abitazione e renderla più efficiente di affidarsi a partner qualificati e di poter contare sull’esperienza e competenza di solide realtà internazionali.
In particolare, privati e famiglie interessati a realizzare interventi di efficientamento energetica degli immobili potranno rivolgersi a E.ON avvalendosi così dei servizi di progettualità e della consulenza sugli aspetti tecnici, fiscali e normativi per la gestione delle pratiche. Sul fronte economico-finanziario, invece, anche grazie a Ifitalia, società di factoring del Gruppo BNP Paribas, si potrà ottenere l’immediato smobilizzo dei crediti d’imposta derivanti dalle agevolazioni fiscali previste nell’ambito di tali lavori di ristrutturazione.
Si potranno così effettuare gli interventi di efficientamento energetico in modo semplice e agevole, minimizzando o – nel caso del Superbonus 110% – addirittura azzerando totalmente l’esborso finanziario da parte dei privati.
Regina Corradini D’Arienzo, Responsabile Divisione Corporate Banking BNL: “Siamo sempre più impegnati nello sviluppo di partnership con primarie aziende del Paese per ampliare la capacità della Banca di rispondere alle diverse e nuove esigenze finanziarie e non finanziarie di privati e imprese. L’accordo con E.ON Italia e le sinergie con Ifitalia rendono non solo particolarmente conveniente per singoli e famiglie la riqualificazione energetica della propria abitazione, ma hanno anche un indubbio impatto positivo sul settore dell’edilizia e della ristrutturazione, contribuendo ad un rilancio dell’economia nazionale in modo responsabile e sostenibile, in coerenza con la nostra strategia di Positive Banking”.
Impianti fotovoltaici poco performanti? Produzioni in calo e con esse le entrate legate alla generazione elettrica? Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha realizzato alcuni strumenti ad hoc in grado di aiutare gli operatori del solare italiano alle prese con un calo di resa. Uno di questi è il “Servizio di Alerting”, di cui a breve partirà la seconda campagna informativa.
Attivato a inizio dicembre 2020, il servizio permette monitorare il livello di efficienza e produzione dei sistemi fv di taglia inferiore agli 800 kW, incentivati in Conto Energia. L’obiettivo è quello di individuare gli impianti poco performanti. E successivamente stimolare i titolari a intraprendere azioni mirate di verifica e manutenzione per incrementarne l’efficienza.
Per ottenere ciò le installazioni vengono classificate secondo cluster omogenei di appartenenza definiti in base a fattori come la fascia di radiazione comunale, la classe di potenza e la tipologia installativa. Quindi l’analisi segnala quegli impianti fotovoltaici caratterizzati da ore equivalenti annuali inferiori alla soglia del 60% rispetto al valore medio delle ore equivalenti annuali del cluster di riferimento.
Fornire dati e informazioni affidabili sugli effetti della vegetazione riguardo a qualità dell’aria e temperature in città. Questo è l’obiettivo del progetto europeo VEG-GAP, coordinato da ENEA e finanziato con 1 milione di euro dal Programma LIFE che metterà per la prima volta a disposizione delle pubbliche amministrazioni linee guida e piattaforme informative, in grado di fornire dati sull’efficienza della vegetazione nel mitigare l’inquinamento atmosferico insieme alla temperatura.
In Italia partecipano al progetto l’amministrazione comunale di Milano e la Città Metropolitana di Bologna, oltre all’amministrazione comunale di Madrid in Spagna. Le prime azioni messe in campo partiranno da una conoscenza approfondita dello stato attuale del verde e della qualità dell’aria nelle tre realtà urbane, con un approccio integrato che prenderà in considerazione il trasporto, la formazione degli inquinanti in atmosfera e la presenza degli edifici. “Oggi le amministrazioni pubbliche in Europa non dispongono di informazioni o strumenti di decisione sulla quantità di vegetazione, le specie da utilizzare e la loro distribuzione nelle aree urbane per migliorare la qualità dell'aria e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha spiegato la ricercatrice ENEA Mihaela Mircea, responsabile del progetto.
Il progetto mira anche ad approfondire se il verde urbano, in alcune condizioni meteorologiche, può comportare rischi per la salute, in quanto la vegetazione ha sì la capacità di raffreddare e filtrare l'aria, ma anche di emettere composti organici volatili (BCOV) che contribuiscono alla formazione di alcuni inquinanti, come l’ozono (O3), e del particolato atmosferico (PM10). “I risultati del progetto forniranno le basi per anticipare gli effetti di diverse soluzioni ambientali come infrastrutture verdi, agricoltura urbana e cinture verdi e altre nature based solutions, promuovendo una visione integrata nello spazio e nel tempo dei cambiamenti della vegetazione urbana e, conseguentemente, dell’aria nella città”, ha concluso Mircea.
Ha appena compiuto cinquant’anni, ma proprio ora le viene chiesto l’impegno maggiore.
Le foto in bianco e nero di quel 22 aprile 1970, prima Giornata mondiale della Terra, raccontano di una gioventù americana scesa in strada (furono decine di milioni in tutti gli States) per chiedere alla politica più attenzione verso il Pianeta. Erano gli anni del Vietnam e della contestazione, di ragazze e ragazzi che sognavano di cambiare il mondo marciando dietro slogan e striscioni. Molti la considerano la data di nascita dell’ambientalismo moderno, che ha certamente contribuito ad accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica, ma non si può dire che abbia cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, di consumare, di produrre energia, di sfruttare la Natura. Tanto che 51 anni dopo ci ritroviamo a sperare che l'Earth Day segni un nuovo inizio, rappresenti una svolta soprattutto nell’affrontare la principale emergenza ambientale della nostra era: quella climatica.
Stavolta, complice anche il Covid, non ci saranno folle di giovani in strada. Ma l’epicentro sarà ancora una volta l’America: il presidente Biden, ansioso di rimettere gli Usa alla guida della rivoluzione Green, dopo il negazionismo trumpiano, ha organizzato proprio in occasione della 51esima Giornata mondiale della Terra un vertice al quale ha invitato 40 capi di Stato e di governo. La solita passerella? Le solite promesse non mantenute, come accusano i giovanissimi attivisti di Fridays for Future? Vedremo.
In Italia sono 17,5 milioni le abitazioni riscaldate con gas metano, mentre le biomasse si “accendono” in 3,6 milioni di case. Seguono riscaldamento elettrico, gasolio e GPL. Legambiente e Kyoto Club: “Stop incentivi alle caldaie a gas”.
La decarbonizzazione dei riscaldamenti italiani è ancora in alto mare. Nonostante la diffusione di tecnologie ecologiche sempre più economiche, scaldare abitazioni e posti di lavoro rimane perlopiù un compito dei combustibili fossili. A dimostrarlo sono i numeri del nuvo studio di Elemens, condotto per conto di Legambiente e Kyoto Club. Il documento indaga lo stato del riscaldamento domestico nazionale e il suo apporto emissivo. Ma non manca di evidenziare priorità di intervento e soluzioni per accelerare la trasformazione del settore.
Oggi in Italia il gas è il principale vettore energetico del riscaldamento residenziale, arrivando a coprire fino al 50% dei consumi nazionali in questo segmento energetico. Secondo posto per le biomasse solide, principalmente legna e cippato, che rappresentano il 28% del totale. Il resto delle fonti ha quote decisamente inferiori. I prodotti petroliferi, utilizzati ad esempio dalle caldaie a gasolio, si fermano all’8%; segue la cogenerazione con un 5% e lo striminzito 1% rappresentato da pompe di calore, riscaldamento elettrico (boiler) e solare termico sommati assieme. Il quadro complessivo dà una chiara idea di quanto il comparto influisca sia a livello di emissioni inquinanti che di quelle climalteranti.
L’agevolazione fiscale consiste in detrazioni d'imposta ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Le detrazioni possono essere del 50% (ristrutturazione edilizia) o del 65% (ecobonus) e sono da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. In ogni caso, come tutte le detrazioni d’imposta, l’agevolazione è ammessa entro il limite che trova capienza nell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi. In sostanza, la somma eventualmente eccedente non può essere chiesta a rimborso.
Cessione del credito
È prevista la possibilità di cedere il credito derivante dalla detrazione Irpef spettante per gli interventi di riqualificazione energetica. La cessione può essere disposta in favore:
dei fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi
di altri soggetti privati (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti)
di istituti di credito e intermediari finanziari.
I soggetti che ricevono il credito hanno, a loro volta, la facoltà di cessione. Il credito d’imposta attribuito al cessionario, che non sia oggetto di successiva cessione, va ripartito in 10 quote annuali di pari importo.
I-green mette a disposizione la propria professionalità per la corretta gestione delle pratiche necessarie, obbligatorie o volontarie, da inviare all'Agenzia delle Entrate e all'Enea per usufruire delle suddette detrazioni.
Se sei un'installatore o un tecnico operante nel settore della sostituzione e installazione di caldaie, pompe di calore e altri interventi rientranti nell'Ecobonus 2021 siamo a tua disposizione, non esitare a contattarci.
La Carbon Footprint (o impronta di carbonio) rappresenta la quantità di emissioni di gas ad effetto serra generate lungo il ciclo di vita di un prodotto/servizio, allo scopo di procedere poi con azioni di riduzione e di compensazione di tali emissioni "climalteranti". Espressa nell’unità di misura CO2eq considera le emissioni complessive di tutte le fasi della vita del prodotto/servizio "dalla culla alla tomba", esprimendole nella categoria di impatto del Global warming potential- 100 years.
Possiamo riassumere le fasi di sviluppo in 4 punti principale, come di seguito riportato:
Misurazione: nella prima fase vengono registrate le emissioni dei vari agenti inquinanti prodotti dai processi aziendali, quali ad esempio anidride carbonica, metano, protossido d’azoto ed altri. I valori di emissione, convertiti in tonnellate di CO2 equivalente, vengono quindi inseriti nell’inventario delle emissioni di gas serra. L’inventario fornisce una stima delle emissioni allo stato attuale e può avere come oggetto di riferimento i valori espressi nell’inventario nazionale della carbon footprint. Quest’ultimo, pubblicato ed aggiornato online ogni anno sul sito della UNFCCC – United Nations Climate Change – contiene i valori degli assorbimenti e delle emissioni di gas serra delle azioni umane.
Riduzione dell’impronta: è la fase in cui vengono attuate tutte le azioni volte alla limitazione dell’impronta di carbonio, partendo dalla loro individuazione fino alla loro applicazione.
Compensazione delle emissioni: dal momento che talvolta non risulta possibile eliminare o ridurre tutte le emissioni direttamente in situ, in questa fase vengono identificati ed analizzati tutti i possibili interventi di compensazione ambientale delocalizzata, al fine di migliorare la qualità dell’aria e del territorio circostante ed eventualmente neutralizzare le emissioni.
Rendicontazione e comunicazione: relazione, report e marketing plan sono gli elementi che caratterizzano quest’ultima fase. È il momento in cui tutto ciò che è stato fatto viene messo nero su bianco e reso pubblico, al fine di informare i clienti e tutti gli stakeholder del proprio impegno sociale e ambientale.
Secondo alcune stime riportate, l’aumento è stato di circa il 9% e nel 2020 hanno raggiunto i 227 milioni di ettari, pari a oltre un terzo dell’intera superficie del continente. A crescere è anche il patrimonio forestale italiano che ha raggiunto livelli mai visti prima nel corso degli ultimi secoli: 11,4 milioni di ettari (tra foreste e altre aree boscate come gli arbusteti) pari a quasi il 40% della superficie nazionale, con un incremento che se consideriamo gli ultimi 80 anni è stato addirittura del 75%.
Nel futuro delle foreste europee si colgono però chiari segnali di vulnerabilità che potrebbero mettere a rischio quasi il 60% della biomassa. E i motivi sono strettamente collegati ai cambiamenti climatici che amplificano fenomeni come gli incendi, le tempeste di vento e l’arrivo di insetti dannosi. A quantificare e mappare queste fragilità, sulla base dei dati relativi al periodo tra il 1979 e il 2018, è uno studio condotto dal Centro comune di ricerca della Commissione europea a Ispra, in Italia, in collaborazione con il Max-Planck Institute e le università di Firenze, Valencia ed Helsinki.
Per vulnerabilità si vuole far intendere la frazione di biomassa potenziabile vulnerabile a disturbi forestali: quella che, qualora si verificasse un incendio, una propagazione da insetto o un forte vento, sarebbe persa ed è espressa in tonnellate per metro quadrato", approfondisce il ricercatore.
Con oltre 260 GW di nuova capacità installata nel 2020, le rinnovabili hanno registrato un anno record nonostante il rallentamento economico causato dalla pandemia.
Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena), oltre l’80% di tutta la capacità elettrica aggiunta lo scorso anno è ascrivibile alle fonti verdi, con eolico e fotovoltaico in testa che hanno fatto, rispettivamente, 111-127 GW.
Al contrario, la nuova capacità da risorse fossili si è attestata a quasi 60 GW nel 2020, circa 4 GW in meno rispetto ai dodici mesi precedenti.
Il grafico seguente, da Irena, riassume il mercato globale delle rinnovabili degli ultimi anni.
Così la capacità cumulativa nelle tecnologie rinnovabili, a fine 2020, è arrivata a 2.799 GW (+10% sul 2019), di cui la fetta maggiore è rappresentata dagli impianti idroelettrici con 1.211 GW.
La Cina e gli Stati Uniti, evidenzia Irena nella nota, sono i mercati che hanno registrato la crescita più consistente nel 2020: 136 GW di nuove rinnovabili in Cina e 29 GW negli Stati Uniti, si veda anche questo articolo con i dati del boom cinese.
Dalle statistiche Irena emerge in particolare che nel 2020:
l’energia idroelettrica ha ripreso a crescere grazie all’attivazione di numerosi grandi progetti rimandati nel 2019: la Cina ha aumentato la capacità di 12 GW, seguita dalla Turchia con 2,5 GW;
l’espansione dell’eolico è quasi raddoppiata rispetto al 2019 con 111 GW rispetto a 58 GW l’anno precedente;
la capacità cumulativa globale nel fotovoltaico ha raggiunto lo stesso livello di quella eolica grazie soprattutto all’espansione in Asia (78 GW) nel 2020; notevoli aumenti della capacità si sono registrati in Cina (49 GW) e Vietnam (11 GW);
le bioenergie hanno registrato una diminuzione della capacità netta: 2,5 GW rispetto a 6,4 GW nel 2019 con l’Europa in contro-tendenza (+1,2 GW);
la capacità energetica off-grid è eumentata di 365 MW (2%) raggiungendo cosi 10,6 gw complessivi;
Non si ferma il trend rialzista delle bollette luce e gas. Il secondo trimestre 2021 porta infatti un nuovo rincaro per la spesa energetica delle famiglie italiane. I numeri sono quelli forniti da ARERA per il mercato tutelato, la cui fine ha conquistato nell’ultimo milleproroghe un’ ulteriore slittamento al 2023
Nel dettaglio, spiega l’Authority, la spesa della famiglia tipo per l’elettricità aumenterà del 3,8 per cento; quella del gas del 3,9 per cento. Il motivo principale? Il “forte apprezzamento delle materie prime”, come spiega Stefano Besseghini, presidente ARERA. Oggi i mercati stanno scommettendo sulla prossima ripresa economica, sotto l’ondata dei nuovi piani vaccinali. E di conseguenzale quotazioni delle principali commodities energetiche sono cresciute.
Bollette luce e gas 2021, da cosa dipendono gli aumenti?
Nel caso del gas naturale (che ha un effetto anche sulla generazione elettrica) il prezzo spot nel primo trimestre 2021 si è attestato intorno ai 19 euro il MWh, complici anche temperature più rigide dello scorso inverno. Sull’energia elettrica ha influito anche la crescita sostenuta del prezzo della CO2 che, in questo marzo 2021, ha superato la soglia dei 40 euro per tonnellata. Di conseguenza, il Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica (PUN) è risultato pari a circa 58 euro il MWh.
“Supportare le imprese in questi mesi è quindi una scelta prioritaria – afferma Besseghini – dal forte valore sociale anche per le famiglie. Per questo l’Autorità ha dato immediata esecuzione anche al provvedimento del Decreto Sostegni e rinviato il previsto aumento degli oneri generali di sistema, grazie alla residua flessibilità offerta dalle disponibilità finanziarie dei conti gestiti dalla CSEA”.
M’illumino di Meno è la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata da Caterpillar e Radio2 nel 2005: l’edizione 2021 torna venerdì 26 marzo ed è dedicata al “Salto di Specie” riguardo, l'evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla pandemia. E’ la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, lanciata nel 2005 per chiedere alle persone di spegnere le luci non indispensabili e ripensare i consumi. L'efficienza energetica è diventata un tema economico rilevante e le lampadine a incandescenza che Caterpillar invitava a cambiare con quelle a risparmio energetico, adesso, semplicemente, non esistono più. Ma spegnere le luci e testimoniare il proprio interesse al futuro dell'umanità resta un'iniziativa concreta, non solo simbolica, e molto partecipata. Si spengono sempre le piazze italiane, i monumenti - la Torre di Pisa, il Colosseo, l'Arena di Verona -, i palazzi simbolo d'Italia - Quirinale, Senato e Camera - e tante case dei cittadini. Si sono spenti per M'illumino di Meno la Torre Eiffel, il Foreign Office e la Ruota del Prater di Vienna. In decine di Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, in tanti ristoranti si cena a lume di candela, in piazza si fa osservazione astronomica approfittando della riduzione dell'inquinamento luminoso in programma. Grandi e piccoli balzi in avanti: salti di specie. E' salto di specie passare dalle energie fossili alle rinnovabili. E' salto di specie la mobilità sostenibile. E' salto di specie il risparmio energetico, è salto di specie il cappotto termico che riduce i consumi di casa, è salto di specie riciclare, ridurre, riconvertire. E' salto di specie la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti fino a rifiuti zero. E' salto di specie l'economia circolare. E' salto di specie la riduzione degli sprechi alimentari. E' salto di specie piantare alberi e rendere le città più resilienti. E' salto di specie consumare meno e meglio, è salto di specie investire eticamente. E' salto di specie ridurre il consumo di suolo e tutelare il paesaggio.
La procedura che consente di calcolare le composizioni dei Fuel Mix utilizzati dai produttori, per produrre energia elettrica, e dalle imprese di vendita per fornirla ai clienti finali prende il nome di Fuel Mix Disclosure e consiste nella tracciatura delle fonti energetiche utilizzate, tenendo conto delle importazioni e delle Garanzia d’Origine.
E' possibile comunicare il Fuel Mix dell’anno precedente dal 15 febbraio al 31 marzo accedendo al portale del GSE.
Il GSE provvede a calcolare e pubblicare il Fuel Mix sulla base delle informazioni ricevute dai produttori e dalle imprese di vendita e su quelle in proprio possesso.
I produttori devono trasmettere al GSE:
i dati di anagrafica degli impianti di produzione, attraverso i codici del sistema GAUDI’(gestito da TERNA);
la composizione del proprio mix energetico dell'energia elettrica immessa in rete distinta per fonte di alimentazione
Le imprese di vendita devono comunicare al GSE:
le informazioni necessarie alla determinazione del proprio mix energetico di approvvigionamento;
i dati relativi ai contratti di vendita di energia rinnovabile (Offerte Verdi soggette all'obbligo di annullamento delle GO).
Questi sono gli ultimi Fuel Mix comunicati dal GSE, con i dati che stiamo inviando in questi giorni sarà calcolato il mix dell’anno 2020.
Queste informazioni oltre che sul portale del GSE sono presenti anche nelle bollette, nel materiale informativo, e in fase pre-contrattuale dei principali fornitori di energia elettrica italiani.
Per avere una visione d’insieme sulle politiche energetiche necessarie al nostro paese è utile capire le interazioni tra la riduzione dei consumi e la diffusione delle rinnovabili. Nell’industria va sottolineata la fortissima riduzione registratasi negli ultimi 17 anni.
Tra il 2000 e il 2017 il calo dei consumi finali è stato addirittura del 31%. Ricorrendo alla scomposizione di Odyssee, si nota come la domanda sia calata del 18% a causa di modifiche strutturali e di chiusure di stabilimenti, in particolare dopo la crisi del 2008.
Ma una quota anche superiore, pari al 24% dei consumi del 2000, è stata ottenuta proprio grazie ad interventi di efficienza energetica. A questi dati si deve aggiungere un incremento di consumi legati a nuove attività e a cambiamenti strutturali delle aziende.
L’ultimo rapporto annuale dell’Enea sull’efficienza energetica (Raee 2020), evidenzia come il trend sia continuato, e che nel 2018 i consumi si siano ulteriormente ridotti del 2,5%.
Come dimostrano questi dati, il comparto industriale ha prestato una discreta attenzione agli interventi per ridurre i consumi. Gli audit energetici e i provvedimenti di incentivazione, fra cui i titoli di efficienza energetica, hanno aiutato il settore.
Sempre dal Rapporto dell’Enea 2020 si evidenzia come, rispetto all’obiettivo per il periodo 2011-2020 previsto dal Piano d’Azione dell’Efficienza Energetica, i risparmi energetici conseguiti con i vari strumenti a disposizione, incentivi e normative nel 2019 sono stati pari a circa 12 Mtep/anno.
Siamo cioè ad oltre i tre quarti dell’obiettivo finale al 2020, ma, mentre il settore residenziale ha già ampiamente superato l’obiettivo atteso al 2020, i trasporti sono a metà del percorso previsto.
Abbinare efficienza e “sufficienza”
A fronte di obbiettivi climatici sempre più ambiziosi, si dovranno abbinare agli interventi tecnologici per aumentare l’efficienza, quelli comportamentali per ridurre la domanda.
Cioè coniugare all’efficienza la “sufficienza”. Secondo Wolfgang Sachs, «mentre l’efficienza consente di fare bene le cose, la sufficienza implica che si facciano cose giuste». In modo più efficace, in inglese “while efficiency is about doing things right, sufficiency is about doing the right things”.
Ovvero, si devono individuare le soluzioni più idonee e commisurate alle reali necessità. Se compro un Suv a bassi consumi, non è detto che il suo impatto climatico sia inferiore rispetto alla utilitaria che ho appena rottamato.
Una vita più sobria, come ci ricorda anche papa Francesco, sarà una componente importante nel raggiungimento di obiettivi climatici molto ambiziosi.
Efficienza e energie rinnovabili
Ma, come detto, non è possibile affrontare l’evoluzione della domanda e dell’offerta di energia senza porci degli obiettivi sulla crescita delle fonti rinnovabili.
I nuovi obiettivi al 2030 comporteranno una percentuale di elettricità verde vicina al 65% dei consumi contro l’attuale quota del 35%.
Si dovranno quindi realizzare, oltre ad un paio di milioni di installazioni di piccola scala distribuite sul territorio, anche grandi parchi eolici e fotovoltaici. Ma chi si oppone alla diffusione delle centrali solari ed eoliche sostiene, giustamente, che occorrerebbe prima spingere al massimo sulla riduzione dei consumi.
Si deve però osservare che anche se le politiche di efficientamento riguarderanno certamente elettrodomestici, motori elettrici, illuminazione, ecc.; la domanda di kWh crescerà comunque a causa della elettrificazione dei consumi. Pensiamo alla diffusione delle auto elettriche o delle pompe di calore.
Quindi, nello scenario virtuoso dei prossimi decenni si vedrà una riduzione complessiva dei consumi grazie a un miglioramento dell’efficienza/sufficienza, ma anche un aumento della domanda elettrica.
E una crescita esplosiva delle rinnovabili.
tratto dall’articolo "Efficienza e sufficienza energetica con una esplosione delle rinnovabili" del 15|03|2021, fonte www.qualenergia.it e "Un’ Efficienza più ambiziosa, bella e virtuosa”, n.3/2020 della rivista Energia ambiente e innovazione (Enea)
ULTIMI GIORNI PER TRASMETTERE LA DICHIARAZIONE DI CONSUMO ANNO 2021
(SCADENZA 31/03/2021)
Con la Nota n. 156148 del 31 ottobre 2019 pubblicata il 10 Novembre 2019, l'Agenzia delle Dogane ha stabilito le "Nuove modalità di invio telematico delle dichiarazioni annuali Energia Elettrica e Gas Naturale ".
Tali novità, anticipate con un periodo di prova nel 2020 e rese operative dal 2021, comportano una nuova modalità di firma e trasmissione della dichiarazione annuale. Per questo motivo è necessario affidarsi a società competenti e specializzate del settore, come la nostra.
I-Green ha già inviato positivamente decine di dichiarazioni con la nuova modalità o mediante delega alla firma e invio. Se ancora non hai effettuato l’invio o hai difficoltà CONTATTACI.
Ricorda che l’invio della dichiarazioni di consumo è un obbligo di legge per i produttori di una licenza di officina elettrica sia su impianti incentivati che non.
Ricordiamo a tutti i produttori di energia elettrica con impianti di potenza nominale superiore ai 20 kWp, che entro il 16/12/2020, bisogna effettuare il pagamento del rinnovo del diritto di licenza sulle accise e imposte di consumo per l’anno 2021.
Il pagamento dovrà avvenire attraverso il modello F24 ACCISE-MONOPOLI al Codice Tributo 2813.
L’ importo da versare è di:
€ 23,24 se l’energia prodotta viene utilizzata dallo stesso produttore (uso proprio come autoconsumo);
€ 77,47 se l’energia prodotta viene destinata ad uso commerciale (l’energia prodotta viene utilizzata da terza società).
Si ricorda che il Diritto di Licenza è un contributo da corrispondere annualmente all’Agenzia delle Dogane in seguito dell’apertura di “Officina Elettrica”, qualora non venga effettuato si può incorrere a sanzione amministrativa da parte dell'Agenzia.
Ricordiamo inoltre che entro il 31/12/2020, se in scadenza, è necessario consegnare, all'ufficio territoriale di competenza, per vidimazione il registro fiscale, per la scrittura delle letture dei contatori di produzione e cessione per l'anno 2021 o il triennio 2021-2022-2023.
Alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, l’Autorità ha pubblicato la Deliberazione 86/2020/R/eel con la quale vengono prorogati i termini per l’attestazione della conformità̀ dei dispositivi installati e della certificazione della rispondenza alle disposizioni tecniche previste dalle norme CEI 0-16 e CEI 0-21 – edizioni 2019.
La Deliberazione 86/2020/R/eel posticipa quindi le tempistiche definite dalla Deliberazione 149/2019/R/eel, come indicato di seguito:
a) Nel caso di richieste di connessione presentate fino al 30 settembre 2020 (in luogo della precedente scadenza fino al 31 marzo 2020), in relazione alle quali trovano applicazione la Norma CEI 0-16 – Edizione 2019 e la Norma CEI 0-21 – Edizione 2019, la conformità alle medesime Norme CEI è attestata dai costruttori tramite dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà redatte ai sensi del D.P.R. 445/00;
b) Nel caso di richieste di connessione presentate dal 1 ottobre 2020 (in luogo della precedente scadenza dal 1 aprile 2020), la conformità alla Norma CEI 0-16 – Edizione 2019 e alla Norma CEI 0-21 – Edizione 2019 è attestata tramite dichiarazione redatta dai costruttori sulla base dei test report effettuati presso un laboratorio di terza parte accreditato secondo CEI UNI EN ISO/IEC 17025 ovvero sotto la sorveglianza e responsabilità di apposito organismo certificatore che sia accreditato secondo CEI UNI EN ISO/IEC 17065;
c) In deroga a quanto indicato nella precedente lettera b), nel caso dei generatori rotanti, la conformità alla Norma CEI 0-16 – Edizione 2019 e alla Norma CEI 0-21 – Edizione 2019 è attestata dai costruttori tramite dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà redatte ai sensi del D.P.R. 445/00 anche nel caso di richieste di connessione presentate dal 1 ottobre 2020 (in luogo della precedente scadenza dal 1 aprile 2020).
Delibera 123/2020/R/eel: Sospensione attività pratiche di connessione
ARERA, ai sensi dell'articolo 103, comma 1, del Decreto-legge 18/20, con la Deliberazione 123/2020/R/eel ha previsto la sospensione delle attività relative alle pratiche di connessione TICA pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o avviate successivamente a tale data. Tale sospensione, inizialmente prevista sino al 15 aprile 2020, è da ritenersi attualmente prorogata al 15 maggio 2020, ai sensi dell’art. 37 del Decreto-Legge n. 23 dell’8 aprile 2020, ovvero per il periodo temporale che eventualmente sarà disposto con successivi interventi legislativi connessi all'emergenza epidemiologica da virus COVID-19.
Pertanto, ai sensi della deliberazione 123/2020/R/eel, si intendono sospese per il suddetto periodo le seguenti tempistiche previste dal Testo Integrato Connessioni Attive (TICA), Allegato A alla deliberazione ARG/elt 99/08 e sue successive modificazioni e integrazioni:
accettazione del preventivo per la connessione (art. 7, comma 7.2, ovvero art. 19, comma 19.4 del TICA);
avvio dell'iter autorizzativo (art. 9, commi 9.3, 9.5, 9.12, ovvero art. 21, commi 21.3, 21.5, 21.12 del TICA)
decadenza del preventivo accettato (art. 9, comma 9.14, e art. 21 comma 21.14 del TICA);
avvio dei lavori di realizzazione dell'impianto di produzione (art.31, commi 31.1 e 31.2 del TICA);
validità della STMG (art. 33, commi 33.2, 33.5 e 33.6 del TICA).
Iniziative per le attività di adeguamento degli impianti di produzione previste dalla Delibera 786/2016
Considerato che, alIa luce dell’emergenza sanitaria COVID-19 in atto, le verifiche periodiche in campo previste dalla Delibera 786/2016 in questo momento non sono eseguibili, E-Distribuzione informa che saranno differite le scadenze sino a 30 giorni successivi dalla data di dichiarazione di fine emergenza.
Gli operatori potranno beneficare di una proroga dei termini per produrre dati e procedimenti amministrativi per rinnovabili ed efficienza.
In considerazione dei provvedimenti volti al contenimento della diffusione del Covid- 19 e delle indicazioni ricevute dal Ministero dello Sviluppo Economico per fronteggiare le possibili difficoltà degli Operatori del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica
segnalate anche per il tramite delle Associazioni di Categoria, il Gestore dei Servizi Energetici ha sospeso fino al 30 aprile 2020 tutti i termini e le scadenze nell’ambito dei procedimenti relative alle fonti rinnovabili e agli interventi di efficienza energetica.
Il GSE ha stabilito, dandone informativa al Ministero dello Sviluppo Economico:
• la sospensione dei termini dei procedimenti di verifica in corso su impianti alimentati a fonti rinnovabili e sugli interventi di efficienza energetica, inclusa la cogenerazione ad alto rendimento;
• la proroga dei termini di tutti i procedimenti amministrativi, in relazione alle richieste di integrazione documentale.
Continua il boom del Fotovoltaico in Italia, a fine 2018, risultano complessivamente installati 822.301 impianti fotovoltaici per una potenza totale di 20.108 MW e una produzione di 22.654 GWh, che rappresenta circa il 7% del Consumo Interno Lordo di energia elettrica. Su un totale di quasi 115.000 GWh prodotti dalle fonti rinnovabili in Italia, il fotovoltaico copre circa il 20%. Il 58% degli impianti installati ha potenza tra 3 e 20 kW, il 34% tra 1 e 3 kW e il 7% tra 20 e 200 kW. Gli impianti fino a 200 kW rappresentano il 99% del parco installato e il 42% della potenza totale.
Le regioni che hanno il maggior numero d'installazioni sono la Lombardia con 125.250 impianti, il Veneto con 114.264 e l'Emilia Romagna con 85.156. In termini di potenza e di produzione, invece, è la Puglia a detenere il primato nazionale con 2.652 MW di potenza installata e 3.438 GWh di energia elettrica prodotta. La maggiore concentrazione di impianti si rileva al Nord (55% circa del totale italiano), nel Sud è installato il 28%, nel Centro il restante 17%.
Sono questi alcuni dei dati riportati nel Rapporto Statistico Solare Fotovoltaico 2018 del Gestore dei Servizi Energetici, Il Rapporto è disponibile sul sito www.gse.it, nella sezione Dati e Scenari/Statistiche.
Per quanto riguarda l'autoconsumo nel 2018 è stata rilevata una produzione di 5.137 GWh pari al 22,7% della produzione complessiva degli impianti fotovoltaici.
Nel corso del 2018, in Italia, sono entrati in esercizio oltre 48.000 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di circa 440 MW. La maggior parte dei nuovi impianti installati nell'anno è relativa alla classe di potenza tra 3 e 20 kW, seguita dalla classe tra 1 e 3 kW. Rispetto a quanto accaduto nel 2017, il numero d'impianti entrati in esercizio nel 2018 è aumentato del 9,8% (oltre 4.000 impianti in più rispetto ai circa 44.000 entrati in esercizio nel 2017) e, parallelamente, la potenza installata è cresciuta del 6,2%. La Lombardia è la regione con il numero più alto di impianti entrati in esercizio nel 2018 (17,8% del totale nazionale), seguita dal Veneto (16,7%) e dall'Emilia Romagna (11%). Al Centro primeggia il Lazio (8,2%), mentre al Sud la maggiore concentrazione di nuove installazioni si rileva in Sicilia (6,0%).
In termini di produzione, i 22,7 TWh generati nel 2018 fanno registrare un calo di oltre 1,7 TWh rispetto al 2017, che si era peraltro contraddistinto per un notevole incremento (+2,4 TWh) rispetto al 2016. Tali oscillazioni sono principalmente imputabili alla variazione dell'irraggiamento solare. Nel 2018 il parco impianti nazionale ha lavorato in media 1.141 ore, in diminuzione dell'8,8% rispetto alle ore del 2017. La collocazione geografica e le caratteristiche degli impianti incidono profondamente sulla loro producibilità, con situazioni che variano dalle circa 1.300 ore medie degli impianti a terra in Sud Italia alle 1.050 ore medie degli impianti su edificio del Nord Italia.
Il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica - FNEE è un incentivo che sostiene la realizzazione di interventi finalizzati a garantire il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica, in linea con quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.
Le risorse finanziarie stanziate per l'incentivo ammontano a circa 185 milioni di euro e sono così suddivise:
30% garanzie
70% finanziamenti agevolati.
Inoltre è prevista una dotazione aggiuntiva per il biennio 2019-2020 di 125 milioni di euro.
Il FNEE è una misura a sportello, pertanto le domande sono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo e non ci sono graduatorie, ed è gestito dal soggetto attuatore ovvero INVITALIA.
la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali
la realizzazione e/o l’implementazione di reti ed impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento
l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, inclusa la pubblica illuminazione
la riqualificazione energetica degli edifici.
Spese ammissibili
consulenze (nella misura max del 10% delle spese ammissibili)
con riferimento in particolare alle spese per progettazioni ingegneristiche relative alle strutture dei fabbricati e degli impianti, direzione lavori, collaudi di legge, progettazione e implementazione di sistemi di gestione energetica, studi di fattibilità nonché la predisposizione dell’attestato di prestazione energetica degli edifici e della diagnosi energetica degli edifici pubblici
impianti, macchinari e attrezzature
le apparecchiature, gli impianti nonché macchinari e attrezzature varie (inclusi i sistemi di telegestione, telecontrollo e monitoraggio per la raccolta dei dati riguardanti i risparmi conseguiti) comprensivi delle forniture di materiali e dei componenti previsti per la realizzazione dell’intervento
interventi sull’involucro edilizio
comprensivi di opere murarie e assimilate, ivi inclusi i costi per gli interventi di mitigazione del rischio sismico, qualora riguardanti elementi edilizi interessati dagli interventi di efficientamento energetico;
infrastrutture specifiche
comprese le opere civili, i supporti, le linee di adduzione dell’acqua, dell’energia elettrica - comprensivo dell’allacciamento alla rete – del gas e/o del combustibile biomassa necessari per il funzionamento dell’impianto, nonché i sistemi di misura dei vari parametri di funzionamento dell’impianto.
A chi è rivolto
I destinatari delle agevolazioni sono:
Imprese (in forma singola o associata/aggregata quali Consorzi, Contratti di rete e ATI)
ESCO (in forma singola o associata/aggregata quali Consorzi, Contratti di rete e ATI)
Pubbliche Amministrazioni (in forma singola o associata/aggregata quali Protocolli d’intesa, Convenzioni, Accordi di programma)
Garanzia
E' prevista per le Imprese e le ESCO su singole operazioni di finanziamento (comprensive di capitale ed interessi) e copre fino all’80% dei costi agevolabili per importi da 150.000 a 2.500.000 euro. Durata massima di 15 anni (art. 9 comma 3 del DM).
Finanziamento a tasso agevolato dello 0.25%
per le Imprese e le ESCO a copertura di un massimo del 70% dei costi agevolabili per importi compresi tra 250.000 e 4.000.000 euro. Durata massima 10 anni (art. 9 comma 4 del DM)
per le PA a copertura di un massimo del 60% dei costi agevolabili (80% in caso di interventi su infrastrutture pubbliche, compresa l’illuminazione pubblica) per importi compresi tra 150.000 e 2.000.000 euro. Durata massima 15 anni (artt. 13 e 14 del DM).
Il soggetto beneficiario deve garantire la copertura finanziaria del progetto di investimento pari all’importo non coperto dalle agevolazioni concedibili (e comunque non inferiore al 15%)
Cumulabilità delle agevolazioni
Le agevolazioni sono cumulabili con altri aiuti di stato (comunitari, nazionali e regionali) nel limite del regolamento di riferimento: artt. 38 e 46 del GBER e regime de minimis. Nel caso di PA sono cumulabili con contributi fino ad un finanziamento massimo complessivo pari al 100% dei costi ammissibili
Ricordiamo a tutti i produttori di energia elettrica con impianti di potenza nominale superiore ai 20 kWp, che entro il 16/12/2018, bisogna effettuare il pagamento del rinnovo del diritto di licenza sulle accise e imposte di consumo per l’anno 2019.
Il pagamento dovrà avvenire attraverso il modello F24 ACCISE-MONOPOLI al Codice Tributo 2813.
L’ importo da versare è di:
€ 23,24 se l’energia prodotta viene utilizzata dallo stesso produttore (uso proprio come autoconsumo);
€ 77,47 se l’energia prodotta viene destinata ad uso commerciale (l’energia prodotta viene utilizzata da terza società).
Si ricorda che il Diritto di Licenza è un contributo da corrispondere annualmente all’Agenzia delle Dogane in seguito dell’apertura di “Officina Elettrica”, qualora non venga effettuato si può incorrere a sanzione amministrativa da parte dell'Agenzia.
Ricordiamo inoltre che entro il 31/12/2018, se in scadenza, è necessario consegnare, all'ufficio territoriale di competenza, per vidimazione il registro fiscale, per la scrittura delle letture dei contatori di produzione e cessione per l'anno 2019 o il triennio 2019-2020-2021.
Il Consiglio dei ministri ha deciso di confermare anche per il prossimo anno le detrazioni discali per ristrutturazioni edilizie e miglioramento dell'efficienza energetica per abitazioni private e condomini.
Tra le misure previste c’è anche la proroga dell’ecobonus, delle detrazioni per le ristrutturazioni, del bonus mobili e del bonus verde per il 2019. Nel dettaglio è stata prorogata al 31 dicembre 2019 la detrazione per la ristrutturazione edilizia al 50%, da suddividere in 10 quote annuali.
La proroga è arrivata anche per gli interventi di efficienza energetica, ma in base alla riduzione già introdotta lo scorso anno, secondo la quale la detrazione del 65% scende al 50% per la sostituzione di finestre e impianti di climatizzazione. Proroga anche per il bonus verde al 36%, introdotto lo scorso anno.
Niente di fatto per il sisma bonus, ma la scadenza della detrazione è prevista per fine 2021. Proroga al 2019 anche per quanto riguarda l'acquisto di nuovi elettrodomestici in classe A e A+ e mobili.
Migliorare energeticamente il patrimonio edilizio esistente contribuirà in modo notevole a migliorare l'efficienza energetica del nostro Paese, riducendo le emissioni nocive, in ottica di sviluppo sostenibile. Inoltre l'investimento in tecnologie efficienti ed energie rinnovabili permettono importanti risparmi anche dal punto di vista economico per le famiglie italiane,
I-Green è a disposizione per supportarvi nell'individuazione delle migliori soluzioni di risparmio.
La deliberazione del 11 aprile 2018 n. 236/2018/A ha determinato la misura dell'aliquota del contributo agli oneri di funzionamento dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente dovuto dai soggetti operanti nei settori dell'energia elettrica, del gas e del servizio idrico integrato nell'ambito dell'attività di regolazione e controllo nei settori di propria competenza secondo quanto stabilito dalla legge del 14 novembre 1995, n. 481 e s.m.i.
In base alla deliberazione dell'Autorità su citata n. 236/2018/A, il contributo per il funzionamento dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente per l'anno 2018 è pari:
per i soggetti operanti in Italia nei settori dell'energia elettrica e del gas allo 0,33 per mille dei ricavi relativi all'anno 2017 risultanti dall'ultimo bilancio approvato;
per i soggetti operanti in Italia nel settore del servizio idrico integrato, o di una o più attività che lo compongono, allo 0,27 per mille dei ricavi relativi all'anno 2017 risultanti dall'ultimo bilancio approvato ovvero rendiconto consuntivo per i gestori in forma diretta del SII.
Il versamento del contributo non è dovuto per somme uguali o inferiori a 100,00 (cento/00) euro, calcolando tale soglia in modo distinto per ciascuno dei soggetti di cui ai precedenti punti.
Il contributo 2018 deve essere versato entro il 16 novembre 2018
I soli soggetti obbligati al versamento del contributo - sono esclusi pertanto coloro il cui versamento è uguali o inferiori a 100,00 (cento/00) euro - sono tenuti a comunicare all'Autorità, entro il 30 novembre 2018, i dati relativi alla contribuzione e tutte le informazioni richieste. Per la comunicazione dei dati relativi alla contribuzione è necessario utilizzare unicamente il sistema informatico di comunicazione disponibile sul sito internet dell'Autorità, previo completamento dell'accreditamento all'Anagrafica operatori dell'Autorità.
I Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC) sono sistemi elettrici connessi alla rete pubblica, caratterizzati dalla presenza di almeno un impianto di produzione di energia elettrica e un'unità di consumo (costituita da una o più unità immobiliari) direttamente collegati tra loro, nell'ambito dei quali il trasporto di energia elettrica non si configura come attività di trasmissione e/o di distribuzione, ma come attività di autoapprovvigionamento energetico.
Il GSE, come previsto dalla deliberazione 276/2017 dell'Autorità, ha effettuato il censimento dei Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC) in esercizio al 30 aprile 2017 che non hanno presentato richiesta di qualifica SEU o SEESEU, sulla base delle informazioni in proprio possesso e di quelle rese disponibili dall'Acquirente Unico, dai Gestori di Rete e da Terna.
I dati raccolti hanno consentito l'identificazione e la classificazione di circa 105.400 nuovi sistemi semplici di produzione e consumo connessi in bassa, media e alta tensione con potenza fino a 20 kW, per i quali il GSE invierà a Terna i relativi flussi informativi con i principali dati anagrafici.
Contestualmente, come previsto dall'Autorità, il GSE sta procedendo all'invio, ai produttori e ai clienti finali dei sistemi identificati, connessi entro il 30 aprile 2017 alla rete elettrica di media e alta tensione e con potenza superiore ai 20 kW, delle istruzioni per la trasmissione della richiesta di riconoscimento del sistema quale SSPC.
A tal fine il GSE ha predisposto un'apposita procedura, proposta e approvata dall'Autorità.
La procedura prevede una prima fase di raccolta dati e informazioni a partire da quelli già in possesso del GSE oltre a quelli forniti dall'Acquirente Unico, dai Gestori di Rete (GdR) e da Terna in relazione agli impianti e punti di connessione al sistema elettrico, al fine di identificare i sistemi che non hanno mai presentato una richiesta di qualifica al GSE, e una successiva fase di classificazione di tali sistemi nella categoria di appartenenza (SEU, SEESEU, ASAP o ASE).
Questo grazie alla presenza di un solo cliente finale e di un solo produttore, nel caso rappresentati da gruppi societari o da cooperative o consorzi o storici.
I-Green, ESCo certificata UNI CEI 11352, è disponibile per assisterVi in tutto l’iter di riconoscimento
“Modifica e aggiornamento del decreto 11 gennaio 2017, concernente la determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell'energia elettrica e il gas per gli anni dal 2017 al 2020 e per l'approvazione delle nuove Linee Guida per la preparazione, l'esecuzione e la valutazione dei progetti di efficienza energetica. (18A04609) (GU Serie Generale n.158 del 10-07-2018)”
Il 10 luglio scorso, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Il decreto che va ad aggiornare ed integrare la normativa precedente, andando ad ampliare il DM dell’11 gennaio 2017. Dal 12 luglio, infatti, entra ufficialmente in vigore.
Sono state aggiunte nuove tipologie di interventi che possono beneficiare degli incentivi divisi per settore (Industriale, Reti servizi e trasporti, Civile e Misure comportamentali) e sono stati anche indicati gli anni di vita utile per nuova installazione o sostituzione, dividendo i Certificati bianchi in Tipo I – riduzione dei consumi di energia elettrica e altra tipologia – riduzione dei consumi di gas o altro (dettagliati nell’allegato 1, tabella 1 della Gazzetta Ufficiale n. 158).
Ulteriore novità introdotta, è la nuova definizione di “Baseline”. Infatti, con modifica all'art. 2, comma 1, la lettera c) è sostituita dalla seguente «c) “consumo di baseline consumo di energia primaria del sistema tecnologico assunto come punto di riferimento ai fini del calcolo dei risparmi energetici addizionali per i quali sono riconosciuti i Certificati Bianchi. Il consumo di baseline è pari al valore del consumo antecedente alla realizzazione del progetto di efficienza energetica, fermo restando quanto previsto all'art. 6, comma 6. Nel caso di nuovi impianti, edifici o siti comunque denominati per i quali non esistono valori di consumi energetici antecedenti all'intervento, il consumo di baseline è pari al consumo di riferimento”;
Per le sessioni successive al 1° giugno 2018, il valore massimo per ogni certificato bianco è pari a 250 euro; Inoltre, possono essere oggetto di libera contrattazione tra le parti, ovvero di contrattazione nel mercato organizzato dal GME, unificato per tutte le tipologie di titoli, secondo modalita' definite dall'Autorita' di regolazione per energia reti e ambiente.
Infine, “Il soggetto obbligato, se consegue una quota dell’obbligo di propria competenza inferiore al 100%, ma comunque pari ad almeno il 60%, può compensare la quota residua nei due anni successivi senza incorrere nelle sanzioni”
Noi Di I-Green, in qualità di Esco, siamo in grado, grazie alle competenze tecnico-amministrative acquisite in anni di attività, di accompagnare le aziende nel percorso di richiesta ed ottenimento dei Certificati Bianchi e nella successiva vendita sul mercato.
Il 13 giugno è stato siglato a Roma al GSE, un accordo tra le maggiori aziende e associazioni per facilitare gli investimenti nel rinnovamento e potenziamento delle centrali solari.
La “Carta del rilancio sostenibile del fotovoltaico” costituisce una dichiarazione volontaria degli operatori, che si impegnano a seguire determinati princìpi per rinnovare e sviluppare gli impianti fotovoltaici.
Firmata dai grandi operatori dell’energia solare è basata su una ricerca Althesys, realizzato in collaborazione con Enel Foundation, GSE e i maggiori player attivi nel settore in Italia, che quantifica le potenzialità dell’ammodernamento degli impianti utility scale.
Lo studio rileva come il parco fotovoltaico italiano, nonostante un’età media ancora bassa e compresa tra gli 8-10 anni (6 anni l’età media degli utility scale), mostri diverse criticità che ne limitano in parte l’efficienza. Il decadimento della produzione è stimabile nel 2,2% annuo al 2016, ben superiore a quello fisiologico previsto al momento dell’installazione. Guardando nel dettaglio agli impianti utility scale, tali strutture risultano affette da problematiche per il 40% del totale (2,5-3,3 GW), mentre il costo complessivo stimato per l’ammodernamento che si aggirerebbe intorno ai 220-270 milioni di euro. Saranno circa 19 MW quelli che usciranno dall’incentivazione durante il periodo 2029-2035, seppure potranno continuare a produrre purché mantenuti efficienti (vita utile stimabile in 25-30 anni).
Inoltre, Sono stimate in 11 miliardi di euro le ricadute economiche derivanti dal rilancio e dallo sviluppo degli impianti di grande taglia. Si stima anche in quasi 20.000 nuovi addetti (tra diretti e indiretti) il potenziale occupazionale, con una riduzione delle emissioni di 12,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Con il forte calo dell’installato dopo la fine dei Conti Energia (meno di 400 MW medi annui nel periodo 2014-2017), la nuova potenza si limita a sostituire quella “perduta”: al 2030, la perdita totale sarebbe di 5.000 MW, pari al 25% della potenza esistente al 2017.
Per raggiungere i target, l’Italia dovrebbe dunque avviare un processo di ammodernamento del parco fotovoltaico utility scale (che è lo 0,8% degli impianti totali, ma ben il 43,7% della potenza), in modo da mantenerlo efficiente attraverso interventi di revamping e repowering. Dal revamping si potrebbero recuperare fino a 4.000 MW di potenza al 2030, mentre il repowering può fornire, alla stessa data, 1.550-1.700 MW aggiuntivi.
“Serve però una policy specifica, che preveda un quadro regolatorio chiaro e stabile che dia certezze sulla possibilità di intervenire sugli impianti, una semplificazione dei processi autorizzativi per gli ampliamenti e un coordinamento per lo sviluppo della rete.
Parallelamente, è necessario creare le condizioni per sviluppare nuovi impianti: la definizione di strumenti di classificazione del territorio, l’individuazione di “aree preferenziali”, un contesto normativo e di mercato adatto ai PPA, strumenti di sostegno indiretto come super ammortamenti e tax credit.
Noi di I-Green crediamo profondamente nei valori della carta, e ci auguriamo che a breve venga ufficializzata la bozza di Decreto 2018-2020. Per un’Italia sempre più Green e Solare.
Dal 1 gennaio 2018, in attuazione dell’articolo 19 della Legge europea 2017, entra in vigore il nuovo regime per le imprese energivore come indicato nel decreto del MISE del 21 dicembre 2017. La Legge Europea aveva infatti previsto che, a partire dal 1° gennaio 2018, almeno il 50% delle risorse derivanti dalla riduzione degli oneri di sistema a favore delle rinnovabili nel periodo 2017-2019 venga destinato alla diminuzione delle tariffe elettriche per gli utenti ad alto consumo di energia. In base all’art. 19 del provvedimento, il Mise aveva un mese di tempo dalla sua entrata in vigore (12 dicembre 2017) per ridefinire gli insiemi dei soggetti catalogabili come energivori e delle relative agevolazioni, ma il dicastero guidato da Carlo Calenda era già da tempo al lavoro sul punto. Il provvedimento, frutto del complesso lavoro di confronto con la Commissione Europea, durato 3 anni, consente di ridurre il differenziale di prezzo dell’energia pagato dalle imprese più esposte alla concorrenza estera, introducendo anche in Italia le nuove misure rese possibili dall’Europa: si potrà così ottenere un progressivo allineamento dei costi per la fornitura di energia elettrica delle imprese italiane ai livelli degli altri competitors europei.
La riduzione del costo dell’energia per le imprese energivore, insieme al sostegno all’innovazione attivato con il piano industria 4.0, costituisce la base per un recupero di competitività del Made in Italye di tutti i settori industriali, per rilanciare la crescita, contrastando il rischio di delocalizzazioni.
Il nuovo regime prevede che i soggetti beneficiari siano:
- imprese che hanno un consumo medio di energia pari a 1GW nel triennio 2014-2016;
- operino nei settori di attività riportati nell’allegato 3, linee guida CE e dell’allegato 5 delle linee guida CE;
- abbiano un indice di intensità elettricità positivo, calcolato in relazione al VAL, non inferiore al 20%;
- tutte quelle non incluse nelle precedenti categorie, ma ricomprese negli elenchi delle imprese a forte consumo di energia per gli anni 2013/2014 dal CSEA.
Le tempistiche per la presentazione della pratica, secondo il nuovo regime, sono:
15 maggio 2018: APERTURA PORTALE CSEA PER L’ANNO 2018
Le dichiarazioni attestanti la regolarità dei requisiti per l’anno 2018 dovranno essere presentate entro questa data.
18 luglio 2018: DEFINIZIONE ELENCO IMPRESE ENERGIVORE
Il CSEA provvederà tramite invio al Sistema Informativo Integrato, alla redazione dell’elenco con l’assegnazione del livello di agevolazione definitivo per il 2018.
31 luglio 2018: CALCOLO CONGUAGLI DAL 1 GENNAIO 2018
Verranno calcolati i conguagli spettanti dal 1 gennaio 2018; i distributori provvederanno ad effettuare il conguaglio.
30 settembre 2018: APERTURA PORTALE CSEA PER L’ANNO 2019
A partire da questa data sarà possibile presentare le dichiarazioni attestanti i diritti per l’anno 2018.
Siamo a vostra disposizione per valutazioni preliminari e per il supporto amministrativo nell'invio della pratica.
E’ ormai ampiamente noto come l’efficienza energetica giochi un ruolo determinante nel successo di un’azienda. Essere efficienti, infatti, rende le imprese competitive sul mercato e contribuisce ad uno sviluppo sostenibile.
L’ottimizzazione delle risorse, razionalizzazione consapevole dei consumi , eliminazione di perdite e sprechi con un occhio sempre rivolto alla sostenibilità ambientale e alla profittabilità economica sono oramai diventati valori fondamentali per raggiungere il successo.
E’ proprio alla luce di queste considerazioni che I-Green, E.s.co. certificata UNI CEI 11352, lancia un nuovo servizio e progetto dedicato alle Piccole e Medie Imprese italiane, base del tessuto industriale e motore di sviluppo della nostra economia.
Il progetto PMI-GREEN si pone l’obiettivo di accompagnare le PMI ad un approccio consapevole rispetto ai costi energetici aziendali, tipico delle Grandi Imprese o c.d. Energivore, attraverso la conoscenza dettagliata del proprio profilo di consumo, l’individuazione di soluzioni per il risparmio “customizzate” all’esigenze del cliente e alle caratteristiche del processo produttivo.
Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza, infatti ogni impresa è una realtà a sé, ogni impresa ha la propria “ricetta” di produzione e pertanto l’intento è quello di disegnare “su misura” il miglior progetto di efficienza energetica possibile, in base a tali caratteristiche.
Il primo passo, dopo l’analisi inziale, è installare un sistema di monitoraggio dei consumi energetici in grado di fotografare con certezza le abitudini di consumo. Poi, attraverso l’analisi di report puntuali, è possibile elaborare una strategia di risparmio personalizzata, cucita sulle reali necessità dell’azienda, che tenga in considerazione il fabbisogno energetico in rapporto alle specifiche caratteristiche dell’attività e la valorizzi sia in termini produttivi che di impatto ambientale. In questa maniera è possibile capire dove avviene lo spreco, identificare facilmente i potenziali risparmi ottenibili mediante la correzione dello stesso attraverso interventi tecnici, e avere una ripartizione analitica della spesa energetica tra i vari reparti, oltre che eseguire confronti fra reparti, sedi o annate differenti.
L’azienda sarà guidata in un vero e proprio processo di “consapevolezza dei consumi”.
In seguito, si aprirà un ventaglio di possibilità: saremo noi ad indicarvi le strategie operative più opportune per avere il massimo dell’efficienza con il minimo investimento in termini di denaro e di consumo energetico, usufruendo anche di eventuali incentivi o sgravi statali che favoriscono tali investimenti
Quindi PMI-GREEN è “l’efficienza energetica pensata per le piccole e medie Imprese, ma basata sul modello delle grandi industrie, con un investimento economico contenuto e la possibilità di ottenere da subito consistenti risparmi in termini economici ed energetici.”
Contattaci e saremo lieti di intraprendere questo viaggio con te.
Il Ministro Calenda ha firmato il 21 Dicembre 2017, il decreto che dal 1° gennaio 2018 consentirà di ridurre il costo dell’elettricità per le imprese manifatturiere energivore.Il decreto ha ricevuto i pareri e le osservazioni delle Commissioni Parlamentari e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas; Autorità che, nell’ambito delle proprie competenze e in coordinamento con il decreto, renderà contestualmente operativa la nuova struttura tariffaria degli oneri di sistema per i clienti non domestici, necessaria per adeguarsi alle regole europee.
Il provvedimento, frutto di un complesso lavoro di confronto con la Commissione Europea durato 3 anni, consente di ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese più esposte alla concorrenza estera, introducendo anche in Italia le nuove misure rese possibili dall’Europa: si potrà così ottenere un progressivo allineamento dei costi per la fornitura di energia elettrica delle imprese italiane ai livelli degli altri competitors europei.
La riduzione del costo dell’energia per le imprese energivore, insieme al sostegno all’innovazione attivato con il piano Industria 4.0, costituisce la base per un recupero di competitività del Made in Italy e di tutti i settori industriali, per rilanciare la crescita, contrastando il rischio di delocalizzazioni.
Le oltre 3000 imprese che potranno accedere ai nuovi benefici, complessivamente un miliardo e 700 milioni di euro, sono una parte fondamentale della manifattura italiana, dal settore alimentare alla filiera di produzione dei materiali di base con oltre 400 mila addetti diretti, 36 miliardi di euro di valore aggiunto, circa 130 miliardi di euro di fatturato.
La filiera che, in modo diretto e indiretto, beneficerà della ripresa della competitività dei processi produttivi energivori genererà un impatto ben più ampio in termini di crescita dell’occupazione, interessando un milione e 200mila posti di lavoro, così come per il valore aggiunto e per il fatturato.
Poiché il rilancio dei settori industriali passa attraverso l’innovazione tecnologica e una maggiore sostenibilità ambientale, il beneficio sarà calcolato utilizzando parametri di consumo basati su standard di efficienza energetica, spingendo le imprese energivore a un ulteriore passo in avanti in tal senso.
La misura varata è una prima attuazione della Strategia energetica nazionale recentemente approvata e, dunque, si inserisce in un’azione più ampia che dovrà essere articolata su più fronti: dal rafforzamento delle misure per contenere i fenomeni di povertà energetica, al potenziamento degli strumenti a favore dell’efficienza energetica e dell’evoluzione tecnologica, agli investimenti sulle infrastrutture e sulla rete elettrica.
L’obiettivo di questo intervento è rendere il Paese più competitivo, difendere l’occupazione e creare nuovi posti di lavoro, lavorando nel contempo per migliorare la sicurezza delle forniture e rendendo il sistema energetico più sostenibile..
Le nuove agevolazioni in dettaglio
l nuovo sistema prevede la possibilità di ridurre il prelievo dalle bollette elettriche degli oneri connessi al sostegno delle rinnovabili e, più in dettaglio:
L’applicazione della cd "clausola VAL" alle imprese che hanno un costo dell’energia pari almeno al 20% dello stesso VAL (valore aggiunto lordo) , che, dunque, potranno ridurre il proprio contributo alle rinnovabili fino a un valore minimo dello 0,5% del VAL, rendendo il costo sostenuto per il finanziamento a tale voce della bolletta elettrica esclusivamente funzione del proprio risultato aziendale (la spesa sostenuta sarà quindi indipendente dal costo per le rinnovabili). Si evidenzia che la previsione di più classi di intensità elettrica su VAL, ciascuna con una diverso livello di contribuzione, consente di assicurare maggiore equilibrio e gradualità nel riconoscimento del vantaggio alle imprese beneficiarie della misura;
Per le altre imprese, il mantenimento di classi di agevolazione basate sul rapporto fra il costo dell’energia elettrica e il fatturato, con percentuali riviste per tener conto degli obiettivi di sostegno alla crescita. Inoltre, la proposta consente di migliorare il sostegno ad alcuni settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, pur con bassa intensità elettrica su fatturato ( es. ceramica).
Saranno utilizzati parametri di consumo “efficiente”, sviluppati dall’ENEA entro luglio 2018. Sarà così possibile stimolare le imprese ad attivare nuovi investimenti in efficienza energetica e sostenibilità.
Il decreto ministeriale n. 598 del 20/12/2017 recante “Disposizioni applicative per l'attribuzione del credito d'imposta di cui all'articolo 10 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83,
convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, a favore di strutture alberghiere ed agrituristiche, ai sensi dell'articolo 1, commi da 4 a 7, della legge 11 dicembre 2016, n. 232”.
Con questo provvedimento il ministero intende agevolare le strutture ricettive che intendono ristrutturare ed efficientare con credito di imposta pari al 65% per le spese sostenute dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2018
Secondo il decreto sono comprese come spese su cui applicare il credito di imposta:
Installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica
Installazione di schermature solari esterne mobili
Installazione di pannelli solari termici per ACS
Impianti elettrici, termici e idraulici finalizzati alla riduzione dei consumi energetici
Possono beneficiare le imprese alberghiere e gli agriturismi, esistenti alla data del 1 gennaio 2012, per le spese sostenute dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2018. Il beneficiario non può cedere a terzi e non può destinare a finalità estranee all'esercizio di impresa i beni oggetto degli investimenti prima dell’ottavo periodo d’imposta successivo.
L’agevolazione è concessa nel rispetto dei limiti e delle condizioni di cui al Regolamento UE n.147/2013 e fino all'importo massimo di 200.000 € nel biennio di riferimento.
Le imprese interessate devono presentare al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo apposita domanda secondo le modalità descritte all’art.5 del decreto dal 1 gennaio al 28 febbraio dell’anno successivo a quello di effettuazione delle spese.
Gli interventi effettuati nel 2017 e 2018 possono usufruire del credito d’imposta. Il Ministero ha imposto un massimale di spesa per il credito d’imposta rispettivamente annuo complessivo di 60 mln€ per il 2018, 120 mln€ per il 2019 e 60 mln€ per il 2020.
Il credito d’imposta è fruito in due quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati.
Le risorse saranno assegnate secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande e fino al raggiungimento del limite di spesa annuo disponibile.
ICSEA - Cassa per i Servizi Energetici e Ambiaentali ha pubblicato l'elenco aggiornato delle imprese a forte consumo di energia elettrica, per le pratiche relative al periodo 2013 2016, nonchè l'elenco provvisorio delle imprese a forte consumo di energia trasmesso al SII - Anno 2018 - con indicazione della classe di appartenenza VAL.x TAT.x
In data 21 febbraio 2017, il GSE ha pubblicato le nuove procedure per la manutenzione e l’ammodernamento tecnologico degli impianti incentivati in Conto Energia
Il documento è finalizzato a ridurre e semplificare gli adempimenti degli operatori verso il GSE, ma anche ad agevolare il conseguimento degli obiettivi generali di sostenibilità ambientale. La diffusione di “buone pratiche”,
da seguire nella realizzazione degli interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti, si propone inoltre di massimizzare la produzione energetica da fotovoltaico.
Per gli impianti fotovoltaici incentivati è’ pertanto necessario che, anche a seguito della realizzazione di un intervento di manutenzione e/o di ammodernamento tecnologico, sia garantita la permanenza di tutti i requisiti oggettivi, previsti dai Decreti Ministeriali di riferimento regolanti nel tempo l’incentivazione della produzione
di energia elettrica da fonte solare (nel seguito, Decreti Conto Energia), che hanno consentito l’accesso alle tariffe incentivanti e il riconoscimento di eventuali premi o maggiorazioni.
Qualora, a seguito della realizzazione di un intervento, i citati requisiti e vincoli dovessero venir meno o fossero modificati, il GSE, con le modalità che saranno successivamente descritte, adotterà i provvedimenti finalizzati alla decadenza dal diritto a percepire gli incentivi ovvero, nei casi in cui gli interventi abbiano modificato esclusivamente le caratteristiche in base alle quali è stato determinato il
valore della tariffa incentivante comprensiva di eventuali premi o maggiorazioni, alla rimodulazione della stessa in base alle nuove caratteristiche dell’impianto.
Considerata la necessità di rispettare le procedure indicate nel DTR , la I-Green ha predisposto un servizio ad hoc per la gestione e l’espletamento di tali procedure.
Qualora interessati vi preghiamo di contattarci per concordare una visita senza impegno da parte di un nostro consulente, il quale vi illustrerà nel dettaglio la nuova procedura da seguire nella realizzazione degli interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti in particolare modo nella procedura
corretta da seguire in particolare nella sostituzione dei moduli ed inverter, al fine di predisporvi un offerta dedicata.
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento ed informazione
INTERVENTI ECO-EFFICIENZA E RIDUZIONE DEI CONSUMI NEGLI EDIFICI SCOLASTICI
POR FESR ABRUZZO 2014-2020
Avviso pubblico per il sostegno alla “promozione dell’eco-efficienza e riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione dei singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo,
regolazione e gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (Smart Building) e delle emissioni inquinanti anche attraverso mix tecnologici”.
Di seguito alcune caratteristiche fondamentali del bando per l’accesso ai sistemi incentivanti emesso dalla Regione Abruzzo e pubblicato sul Bura
Soggetti:
Esclusivamente Enti locali abruzzesi proprietari di edifici scolastici
Decreto sulla determinazione degli obiettivi nazionali di risparmio energetico dal 2017 al 2020 e per l'approvazione delle nuove Linee guida per la preparazione, l'esecuzione e la valutazione dei progetti di efficienza energetica.
Dopo più di due anni di attesa, il 4 aprile 2017 è entrata in vigore il nuovo decreto sui Certificati Bianchi, che attua quanto previsto dal Dlgs 3 marzo 2011, n. 28 e dal Dlgs 4 luglio 2014, n. 102.