Prime votazioni al decreto cessioni alla Camera: arriva la soluzione che consentirà di salvaguardare i lavori in edilizia libera insieme alla norma che sblocca i preliminari non registrati
Pagamento di un acconto tramite bonifico. O, in alternativa, un’attestazione che provi l’esistenza di un accordo tra le parti per l’installazione dei prodotti. È questa la soluzione che è entrata nella
legge di conversione del decreto cessioni (Dl n. 11/2023, relatore: Andrea de Bertoldi), grazie alle modifiche votate dalla commissione Finanze della Camera.
Al centro della correzione ci sono i lavori in edilizia libera, per i quali non serve un’autorizzazione al Comune, come ad esempio le sostituzioni di infissi e caldaie, installazione di pompe di calore. In questo modo, saranno salvati tutti quei contratti sottoscritti prima dell’entrata in vigore del provvedimento, ma per i quali non era ancora stata data esecuzione ai lavori.
Per usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito, la soluzione elaborata dalla Camera, allora, prevede che, nel caso in cui non ci sia stato ancora l’avvio dei lavori entro il 16 febbraio 2023, si proceda per una strada diversa. In primo luogo si guarderà al pagamento dell’acconto: se questo è arrivato entro il 16 febbraio, restano cessione e sconto. In assenza di un acconto, l’esistenza di un accordo vincolante tra le parti «deve essere attestata sia
dal cedente o committente, sia dal cessionario o prestatore, mediante dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà». Una dichiarazione sostitutiva che si porterà dietro la responsabilità penale
Un'altra possibile soluzione arriva al caso dei bonus acquisti (come il sismabonus) per i quali, alla data del 16 febbraio, non ci fosse ancora il preliminare di acquisto registrato, richiesto finora dalla legge. Il requisito del preliminare sparisce. Al suo posto, si guarderà alla data di presentazione della richiesta «di titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori edilizi». Nel caso in cui sia arrivata entro il 16 febbraio, restano cessione dei crediti e sconto in fattura.
Fonte: Il Sole 24Ore di Giuseppe Latour e Giovanni Parente