Tra le principali aree di manovra sembra esserci quella legata alla possibilità di tagliare l’aliquota di detrazione fiscale. Attualmente il Superbonus è al 110% ma, secondo quanto emerge dai corridoi del Ministero dell’Economia, la legge di bilancio potrebbe ridurre la percentuale al 90%.
La revisione del Superbonus 90% è stata più volte ribadita come possibile opzione da più parti del governo e, dunque, almeno per il momento sembra essere lo scenario centrale su cui possiamo ipotizzare le novità.
Molto dipenderà però dalla ponderazione di tale decisione con gli altri interventi fiscali. Come a dire che, in fondo, non bisognerà stupirsi nel caso in cui verrà stabilita una revisione che riduca ulteriormente l’aliquota. Oppure che la differenzi sulla base del reddito dei contribuenti.
Insomma, la possibilità di ridurre sotto il 100% l’aliquota della detrazione è una delle poche cose sicure della revisione del Superbonus. Rendendo il contribuente parte attiva nel pagamento dei lavori, il governo auspica infatti che possano essere stimolate le contrattazioni sui prezzi delle opere. Cosa che invece negli scorsi trimestri è stata quasi annullata dalla possibilità di attingere a un benefit fiscale statale in grado di coprire l’intero costo della procedura.
In un’ottica di semplificazione del quadro normativo del Superbonus, il governo potrebbe anche valutare la possibilità di rendere omogenei i termini per appartamenti condominiali e unifamiliari, almeno per i contribuenti meno agiati o per chi ha nella villetta la propria prima casa.
Anche in questo caso non ci sono decisioni già formalizzate, ma solo tante bozze sulla scrivania del Ministero dell’Economia.
Sul fronte dei crediti Superbonus e della relativa cessione, c’è inoltre un altro problema da risolvere. Molte imprese hanno accumulato dei crediti fiscali in cassetto molto rilevanti, che non riescono più a scontare poiché i canali bancari si sono improvvisamente ristretti.
Lecito immaginare, a questo punto, un nuovo intervento sui crediti destinati a sbloccarli e a riaprire le maglie degli istituti di credito. Dalle Poste a Unicredit, passando per Intesa Sanpaolo, le scelte degli intermediari sembrano essere quasi omogenee verso una più rigida selezione dei crediti da acquistare o, in alcuni casi, di un sostanziale blocco.
Per cercare di ravvivare l’effettiva utilità del Superbonus non si potrà che partire anche da qui.
Fonte: StartUp news
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