Perché il fotovoltaico residenziale cresce solo in alcuni Comuni? Uno studio RSE analizza il fenomeno

Perché il fotovoltaico residenziale cresce solo in alcuni Comuni? Uno studio RSE analizza il fenomeno

In Italia, la diffusione del fotovoltaico residenziale è molto disomogenea: alcuni Comuni registrano tassi elevati, mentre altri restano indietro. Un recente studio di Ricerca Sistema Energetico (RSE), pubblicato su Energy Reports, analizza il fenomeno con un approccio multi-scala e multi-modello, utilizzando dati di oltre 7.000 Comuni italiani.


I ricercatori hanno indagato le installazioni fino a 20 kW, calcolando la densità di potenza fotovoltaica rispetto alla superficie dei tetti disponibili. Le principali variabili che influenzano l’adozione sono: densità abitativa, reddito medio, età della popolazione e l’“effetto vicinato” – ovvero la diffusione per imitazione dai territori circostanti.

L’effetto della densità abitativa è ambivalente: nei grandi centri urbani, la scarsa accessibilità ai tetti penalizza le installazioni, mentre nei piccoli Comuni con edifici bassi e diffusi l’adozione cresce. Il reddito medio risulta un fattore positivo ovunque, mentre l’età media elevata frena gli investimenti. L’effetto “contagio” tra territori vicini, inserito nei modelli di regressione spaziale, migliora significativamente la capacità predittiva, soprattutto al Nord.

La ricerca evidenzia forti differenze regionali: al Sud pesano di più vincoli economici e logistici, mentre al Nord conta la presenza di reti sociali e Comunità Energetiche Rinnovabili. Fattori come l’altitudine o la copertura vegetale incidono solo in contesti specifici.


RSE conclude che per promuovere una transizione energetica equa servono politiche su misura: incentivi mirati al Sud per superare le barriere economiche, e strumenti che valorizzino le dinamiche locali di diffusione al Centro-Nord.

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